Secondo i medici la paziente era morta. La donna è stata messa nel sacco dei cadaveri ma poco dopo si è risvegliata.
Non è la prima volta che succede e, forse, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultima. Una paziente ancora viva è stata scambiata per defunta e messa insieme ai cadaveri.
La credevano morta. I familiari avevano addirittura già avviato le procedure per il funerale, trasportando il suo corpo in un’agenzia di pompe funebri. Invece la donna era viva e si è svegliata all’interno di un sacco per cadaveri. Questa tragica storia arriva dagli Stati Uniti dove una donna di 66 anni – di cui non è stata resa nota l’identità – era stata dichiarata morta dal personale di una struttura per malati di Alzheimer. Secondo quanto riferito dai media locali, alla fine dello scorso anno le condizioni di salute della donna erano peggiorate tanto che era stata trasferita in una casa di cura. Alcuni giorni dopo il trasferimento il personale infermieristico, non riuscendo a rilevare il polso, l’aveva dichiarata morta.
La donna, quindi, era stata messa in un sacco per cadaveri e poi trasportata in un’agenzia di pompe funebri. Quando un dipendente ha aperto il sacco ha notato un movimento del petto. Poco dopo, del personale paramedico ha rilevato la presenza di battito cardiaco. La donna era viva. La poverina, ovviamente spaventata sebbene non pienamente cosciente a causa della sua patologia mentale, è stata quindi riportata nella casa di cura per ricevere l’assistenza necessaria. E’ deceduta tuttavia qualche giorno dopo, non è stato reso noto il motivo del decesso. Senza arrivare a tanto anche in Italia si è verificata di recente una situazione molto simile a questa. Il personale dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano aveva chiamato la famiglia di un paziente ricoverato per un’operazione, per informarli che l’uomo era deceduto. I parenti- che si trovavano tutti al Sud – avevano quindi iniziato a organizzare la cremazione e i funerali del loro caro. Quando era tutto pronto, una nuova comunicazione li ha informati che i medici del nosocomio milanese si erano sbagliati e l’uomo era ancora vivo e vegeto.
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