L’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è espresso in merito alla presenza del presidente ucraino Zelensky al festival di Sanremo.
Il festival di Sanremo, da sempre, solleva polemiche. Tuttavia questa volta ad essere oggetto di critica non sono né i cantanti in gara né le canzoni. Non sono gradite a molti le scelte sugli ospiti.
Non si fermano le polemiche sulla partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla serata finale Festival di Sanremo in programma per sabato 11 febbraio. Sulla questione è intervenuto l’ex capo della Farnesina, l’ormai ex pentastellato Luigi Di Maio. L’ex Ministro degli Esteri ha risposto ironicamente a chi, in questi giorni, tira in ballo argomenti come par condicio: “Facciamo parlare anche chi li sta bombardando? Vladimir Putin in persona magari. Zelensky a Sanremo partecipa da Capo di Stato di una nazione invasa e con il suo popolo ancora sotto le bombe“- le parole di Luigi Di Maio affidate a Twitter. Tra chi è favorevole alla partecipazione del presidente ucraino a Sanremo c’è anche il giornalista Bruno Vespa. Intervenuto alla trasmissione di Mara Venier Domenica In il 15 gennaio scorso, aveva rivelato che durante il colloquio nella capitale Kiev, Zelensky aveva espresso il desiderio di partecipare a Sanremo. “Non capisco francamente tutto questo rumore per un breve intervento di Zelensky al Festival di Sanremo. Mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo da una pesantissima aggressione”– ha sottolineato il conduttore storico di Porta a Porta.
Anche Vianello sta con Zelensky
Sul caso del presidente ucraino Zelensky al festival della canzone italiana, è intervenuto anche Andrea Vianello, il direttore di Radio 1 e Gr Rai, che su Twitter ha scritto: “Ai Grammy sì, a Cannes sì, e non c’è stata nessuna polemica né in Usa né in Francia, ma a Sanremo: apriti cielo! Il leader di un paese invaso e sotto missili e bombe da un anno non può parlare alla più grande platea televisiva italiana? E perché mai?”. L’ultima incursione di Zelensky, prima di quella in corso a Sanremo, è stata ai Golden Globes lo scorso 11 gennaio, anche grazie all’intercessione di Sean Penn, l’attore che ha invano provato a portarlo anche agli Oscar e che, a fronte del diniego di Hollywood, ha fatto dono al presidente della statuetta che ha vinto in ben due occasioni. Dopo i Golden Globes è toccato alla cerimonia dei Grammy Awards di Las Vegas e poi al Festival di Cannes dove il leader di Kiev si è collegato a sorpresa alla cerimonia di apertura. E mentre la platea dell’Ariston si appresta ad ascoltarlo, il presidente ucraino ha chiesto altri 500 carri armati per un’offensiva. Le parole di Zelensky sono state chiarissime: “Ci servono altri 300-500 tank ora, ci servono mezzi corazzati per un’offensiva sul nostro territorio”.