La perizia del medico legale ha portato alla luce il modo tremendo in cui è stato ucciso Mattia Caruso: un colpo secco al cuore.
L’uomo – ucciso lo scorso 25 settembre a Padova – non avrebbe avuto nemmeno il tempo di reagire al suo assassino. Anzi alla sua assassina: la fidanzata Valentina Boscaro.
La perizia medico legale ha confermato che Mattia Caruso, 31 anni, non ha potuto difendersi quella domenica mattina nella Mercedez Classe A guidata dalla fidanzata. Da quanto emerso dagli esami autoptici, il giovane è stato colto alla sprovvista dalla sua compagna, la 31enne Valentina Boscaro. Non è stata trovata, infatti, nessuna ferita sulla braccia della vittima a conferma del fatto che Mattia non abbia neppure cercato di parare il colpo semplicemente perché non se lo aspettava. Il 31enne mai poteva immaginare che l’ennesima lite con la fidanzata avrebbe decretato la sua fine. La donna ha fornito tre versioni differenti: è crollata solo dopo aver saputo di un testimone che la inchiodava. “Il coltello era vicino al cambio. Io l’ho preso, forse con la mano destra e ho colpito Caruso subito al petto. Eravamo in movimento e l’ho colpito, mentre non se l’aspettava né io l’ho minacciato prima, è stato anche per me un movimento repentino“- le parole di Boscaro ai Carabinieri lo scorso 29 settembre 2022. Affermazioni confermate con quanto è emerso dall’esame autoptico. Affermazioni arrivate a quattro giorni di distanza dall’omicidio di Mattia Caruso e dopo vari tentativi di depistaggio da parte di Valentina Boscaro.
Nella perizia inoltre si evidenzia «non si rilevano segni riferibili a lesioni da difesa attiva o passiva». Il trentunenne non si aspettava di essere colpito e, pertanto, non si è nemmeno difeso. Prima delle dichiarazioni spontanee, Valentina Boscaro aveva dichiarato di una aggressione nel parcheggio, aveva parlato di tensioni nel locale da dove arrivavano quella sera. Aveva raccontato di liti che però sono state smentite dai testimoni presenti quella sera nello stesso locale in cui era stata la coppia. Inoltre Boscaro, prima di ammettere, aveva più volte descritto Caruso come un personaggio coinvolto in giro di spaccio, poco pulito. La donna parlò di un aggressore che i Carabinieri cercarono per giorni senza, ovviamente, mai trovare in quanto frutto della fantasia dell’assassina.
A Mattia Caruso, Valentina Boscaro, ha più volte attribuito comportamenti da spacciatore, quando né addosso e neppure nell’auto gli sono state trovate sostanze. Per quanto riguarda Valentina non risulta sia stata fatta nessuna indagine tossicologica su lei, neppure a ridosso dei fatti. Fino al 29 settembre ha mantenuto ferma la versione della possibile aggressione da parte di uno straniero che è stato anche descritto e con il quale Mattia Caruso avrebbe avuto in sospeso questioni legate alle sostanze. Solo dopo che un testimone, il 28 settembre, ha smentito ogni affermazione della donna, allora Boscaro ha confessato. Particolare interessante che la sera stessa del 28 Valentina fece una ricerca su google, verso le 21, per trovare notizie su un potenziale testimone che era proprio stato sentito quel giorno.
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