Troppi elementi non tornano nella storia raccontata da Giuseppina Giuliano, la giovane bidella partenopea che ha detto di fare ogni giorno la pendolare da Napoli e Milano.
La storia di Giuseppina Giuliano ha fatto il giro del web in pochissimi giorni. Ma nel suo racconto troppi elementi non quadrano. A partire dalle spese di viaggio.
La 29enne napoletana da qualche mese lavora come collaboratrice scolastica presso il liceo artistico Umberto Boccioni di Milano. Giuseppina ha raccontato di fare ogni giorno la pendolare tra Napoli e il capoluogo lombardo spendendo 400 euro al mese. Ha spiegato di aver optato per questa soluzione poiché, guadagnando poco più di 1100 euro al mese, affittare un monolocale o anche solo una stanza a Milano le costerebbe di più che fare la pendolare. I conti però non tornano. Un treno Frecciarossa per andare da Napoli Centrale a Milano Centrale costa 92.70 euro; stessa cifra per il ritorno. Dunque in una sola giornata, la spesa è di 185,40 euro. È vero che Trenitala ha diverse offerte che consentono di abbattere il costo dei biglietti, ma possiamo escludere che siano sufficienti, per 24-25 giorni lavorativi, i 400 euro di spesa dichiarati dalla protagonista della storia. Inoltre è certamente vero che a Milano una stanza singola costa almeno 600 euro al mese e un monolocale può sfiorare anche i 1000, ma basta spostarsi un po’ fuori dalla città per trovare prezzi dimezzati, senza necessità di tornare ogni sera a Napoli.
Ma anche ipotizzando che Giuseppina Giuliano faccia veramente avanti e indietro ogni giorno da Napoli a Milano, qualora questo accadesse ogni giorno dovrebbe essere il datore di lavoro – il preside della scuola in questo caso – stesso ad opporsi. Infatti l’art. 2087 del Codice civile impone al datore di lavoro di adottare tutte le misure volte a tutelare la salute del personale. E una situazione del genere, una volta conosciuta dal datore di lavoro, non può non essere ritenuta dannosa per la dipendente. Un ultimo aspetto da valutare è quello dei principi costituzionali. Il lavoro è il primo tema che cita la Costituzione, che già all’art. 1 impegna la Repubblica a tutelare il lavoro. Il lavoro è importante, è essenziale non solo per arrivare a fine mese ma anche come forma di realizzazione personale. Lavorare rende l’essere umano autonomo, indipendente. È giustissimo premiare chi fa sacrifici pur di lavorare ma a tutto deve esserci un limite. Il lavoro serve per vivere: la vita e la salute psicofisica non devono mai essere sacrificate per il lavoro.
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