Un macabro fraintendimento ha fatto sì che i familiari di un paziente pensassero fosse morto mentre in realtà l’uomo era vivo e vegeto.
La famiglia dell’interessato aveva già organizzato i funerali quando, all’improvviso, si è scoperto che il morto, in realtà, era ancora vivo.
L’assurda vicenda si è verificata a Milano. Il 64enne leccese Fulvio Oscar Fuso era ricoverato presso il nosocomio milanese Fatebenefratelli. L’uomo non rispondeva al cellulare da giorni. I familiari – trovandosi tutti a Sannicola, in provincia di Lecce – allarmati, avevano cercato di ottenere informazioni e la Questura aveva comunicato loro tramite una pec – posta elettronica certificata- che il loro caro era deceduto. I familiari, a quel punto, avevano iniziato ad avviare i preparativi per la cremazione della salma e l’allestimento della camera ardente, ma Fulvio Oscar Fuso era vivo, ed era ancora ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, contrariamente a quanto comunicato dalla Questura del capoluogo lombardo al municipio del paese di residenza dell’uomo.
Nel messaggio, infatti, si chiedeva di verificare se nel territorio di competenza risiedessero parenti dell’anziano di cui si rendeva noto il decesso, in modo da poter procedere al riconoscimento della salma. Il 64enne salentino era giunto a Milano per curare una malattia di cui soffriva da tempo, ma da alcuni giorni non rispondeva più al cellulare. Da qui la preoccupazione dei parenti. Dopo le verifiche del caso, si è scoperto che il paziente non rispendeva al cellulare semplicemente perché lo aveva smarrito. “Non è dato sapere come mai possa essersi verificato un così grave errore che ha gettato nello sconforto un’intera famiglia, la quale aveva già persino provveduto a contattare le pompe funebri per l’allestimento della camera ardente” – ha riferito il sindaco di Sannicola, Cosimo Piccione.
Secondo la ricostruzione dei fatti, di cui si è occupato lo stesso primo cittadino, i familiari avrebbero ricevuto solo il 9 gennaio scorso, dopo diversi giorni di richieste rimaste senza risposta, la notizia che l’uomo era vivo e che il contenuto della Pec, inviata il 4 gennaio al Comune di Sannicola, era da considerarsi errato. Prima di giungere alla conclusione che l’errore è stato commesso in Questura a Milano, vi sarebbe stato, sempre secondo quanto ricostruito dal sindaco di Sannicola, un rimpallo di responsabilità tra polizia e ospedale. E se a Milano un uomo vivo è stato scambiato per morto, all’ospedale di Piombino- Livorno – nessuno si era accorto che in un letto giaceva un uomo morto da giorni.
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