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Luana, morta sul lavoro a 22 anni. Il titolare aveva manomesso il macchinario per produrre di più

Una giovane mamma sacrificata in nome della produttività di un’azienda. Così è morta, a soli 22 anni, Luana D’Orazio

Sono state diffuse  le motivazioni della sentenza sulla morte di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta sul lavoro nel maggio 2021.

Luana D’Orazio / archivio web-Leggilo

Luana D’Orazio se ne è andata a soli 22 anni, lasciando un figlio piccolo. La giovane rimase stritolata da un macchinario presso la fabbrica di Montemurlo – Prato – per cui lavorava. A distanza di quasi due anni dalla tragedia, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza con cui il 27 ottobre scorso il gup di Prato ha accolto il patteggiamento della pena per Luana Coppini e per suo marito Daniele Faggi, ovvero la titolare e l’amministratore della fabbrica. Secondo il giudice che due mesi fa ha condannato a due anni di reclusione Luana Coppini e a un anno e sei mesi Daniele Faggi appare evidente che siano state messe in atto  diverse manomissioni al macchinario per massimizzare la produttività a discapito della sicurezza delle fasi delle lavorazioni.

Luana è morta per un 8% in più di produzione

Luana D’Orazio morta a 22 anni/ archivio web-Leggilo

Nelle 17 pagine di motivazione della sentenza il gup richiama le considerazioni del consulente della Procura, che nella sua relazione aveva quantificato nella misura dell’8% i vantaggi produttivi derivanti dalla manomissione dei macchinari che consentiva al lavoratore di accedere alle parti in movimento della macchina, senza l’impedimento della protezione, e dunque in maniere più celere seppur estremamente pericolosa. Luana D’Orazio, a 22 anni, è dunque morta per consentire ai suoi datori di lavoro di produrre l’8% in più. Per il gup, dunque, l’azienda presso cui lavorava Luana avrebbe ottenuto un vantaggio economico dal manomettere l’orditoio. La ditta di Montemurlo, pertanto, stava  utilizzando il macchinario in maniera non conforme a quanto previsto dal costruttore  senza  prendere alcun provvedimento affinché i lavoratori non restassero impigliati. Un terzo imputato per la morte della giovane, il manutentore Mario Cusimano, ha scelto di essere giudicato con rito ordinario: il processo si è aperto il 13 dicembre scorso, la  prossima udienza si terrà il 22 marzo. Come Luana D’Orazio purtroppo ogni giorno migliaia di lavoratori non tornano più a casa dalle loro famiglie per aziende che lavorano pensando più al profitto che alla sicurezza dei propri collaboratori.

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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