Una storia incredibile e con un finale sorprendente quella della piccola Daniela. La bimba è stata salvata grazie ad una terapia di 40 anni fa.
La famiglia della bambina pensava che non ci fosse niente da fare vista la tremenda diagnosi. Grazie alla bravura e alle competenze di un medico, le cose sono andate diversamente.
Daniela è una bambina di tre anni. La bimba è nata con un tumore inoperabile. Ma fortunatamente per lei e la sua famiglia, sulla sua strada è giunto l’aiuto di un pediatra spagnolo che in solo tre mesi è riuscito a curarla. La cosa incredibile è che il medico ha salvato la piccola grazie ad una terapia vecchissima, in uso quasi mezzo secolo fa. Il dramma ha avuto inizio subito dopo il parto: ai genitori è stato comunicato che Daniela aveva un cancro di 10 centrimetri, un fibrosarcoma congenito. Secondo i medici era incurabile perché si trovava nell’aorta addominale della neonata e neanche chemioterapia o radioterapia a avrebbero potuto curare la piccola Daniela. I dottori avevano dato alla bambina l’1% delle possibilità di vivere. Una chance davvero esigua che, però, è bastata. Sì, perché oggi Daniela è viva. I genitori, infatti, non si sono arresi. La coppia ha dichiarato: “Con quella probabilità puoi giusto vincere alla lotteria. Non abbiamo permesso a nessuno di piangere davanti a lei”. E, senza dubbio, la loro lotteria l’hanno vinta.
Come hanno salvato Daniela
Daniela è stata sottoposta a diversi test per trovare la cura giusta. L’incontro con il dottor Perez è stato decisivo per le sorti della bambina. Il pediatra, infatti, si è messo alla ricerca di uno studio effettuato 40 anni prima in cui si parlava del gene driver, una mutazione che colpisce il genoma e accelera la crescita delle cellule tumorali.
Daniela ha iniziato la cura il 9 ottobre 2019. Per un mese e mezzo ha dovuto assumere 2 millilitri di sciroppo alle nove del mattino e alle nove di sera. Cinque mesi dopo, non c’era traccia del tumore. Il farmaco usato aveva attaccato direttamente la mutazione e non ha avuto praticamente effetti collaterali. “Fa sciogliere il tumore, che in circa tre mesi scompare”, – ha spiegato il ricercatore. Ma non è stato facile da trovare. Il medicinale è infatti in fase di sperimentazione clinica e non era disponibile. Il pediatra ha dovuto chiedere un’autorizzazione eccezionale all’Agenzia spagnola per i medicinali e i prodotti sanitari. Pérez ha dovuto ricorrere a questo metodo altre quattro volte per i bambini con la stessa condizione, perché non è ancora approvato. “Abbiamo curato cinque casi senza necessità di intervento chirurgico, il sesto lo chiederò ancora”. Del tutto diversamente, invece, sono andate le cose per la giovane Laura Borsato, stroncata da un cancro poco dopo aver realizzato il suo sogno più grande: diventare madre.