Alessia Sbal è stata uccisa e abbandonata sul Grande raccordo anulare a Roma. La donna prima della tragedia aveva fatto tre telefonate per chiedere aiuto.
Alessia Sbal, estetista romana di 43 anni, non ha più neppure un volto. È stata uccisa e poi lasciata lì per strada. I familiari hanno riconosciuto il cadavere grazie ad un tatuaggio.
La 43enne è stata travolta e uccisa da un tir sul Grande raccordo anulare, all’altezza dello svincolo per via Boccea, a Roma. Si era accorta che un tir la stava per investire e aveva cercato di chiedere aiuto. La donna ha chiamato per ben 3 volte il 112 ma nessuno è intervenuto in tempo per salvarla. Alessia aveva notato il camion: “Mi sta tagliando la strada, ma che fa? Mi è venuto addosso, devo attaccare“- avrebbe detto ad un’amica con cui stava al telefono, poco prima delle 20.40 di domenica scorsa. Poi tre telefonate al 112. A dichiararlo alla Repubblica è Ilaria, la sorella della vittima: “Mia sorella aveva paura e ha chiamato il 112. La prima chiamata dura 23 secondi, la seconda, in arrivo dal 112, un minuto. Alla terza, sempre in arrivo dal 112, Alessia non riesce a rispondere: vuol dire che ha parlato con qualcuno che le ha dato il consiglio di uscire dall’auto e ha messo il giubbetto. Mia sorella non ha neanche più un volto. Voglio sapere cosa è successo”. Alessia avrebbe aperto a breve il suo centro estetico nel quartiere di Monteverde. Quando è stata travolta dal tir si trovava fuori dall’automobile, una Fiat Panda, indossando il giubbotto catarifrangente.
Nel frattempo gli agenti della Polizia stradale hanno fermato il camionista che ha investito Alessia Sbal e l’ha lasciata morire sull’asfalto senza neppure fermarsi. Si tratta di un incensurato di 47 anni, attualmente è accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Agli inquirenti avrebbe spiegato di non essersi accorto di niente. Al momento si trova agli arresti domiciliari. I punti su cui fare chiarezza restano molti: dalle tre telefonate fra Alessia e il 112, a quella con l’amica. È stata proprio quest’ultima che, secondo quanto dichiarato dalla sorella di Alessia, sarebbe riuscita a consegnare la registrazione della loro telefonata alla famiglia della vittima.
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