Riccardo Faggin, 26 anni, si schianta con la sua automobile contro un albero e muore. La famiglia era pronta per i festeggiamenti per la sua laurea ma l’Ateneo smentisce tutto.
La vicenda è avvolta da un alone di mistero: Riccardo Faggin, giovane ventiseienne di Padova, durante la notte scorsa si è schiantato contro un albero con la sua macchina. L’incidente gli è costato la vita. Potrebbe sembrare una solita svista al volante ma forse dietro c’è molto di più.
Ai genitori infatti aveva riportato che il giorno dopo sarebbe avvenuta la sua laurea in scienze infermieristiche. Da quanto riporta Il Gazzettino e l’Università di Padova però il giorno seguente non ci sarebbe stata nessuna seduta di laurea. In aggiunta, fa sapere il rettore, Riccardo non sosteneva esami da diverso tempo. Il sogno di Riccardo era quello di aiutare le persone: amava la montagna e la cucina e per questo voleva divenire infermiere del soccorso alpino. Proprio per questi motivi, si era iscritto nel 2016 alla facoltà di Scienze Infermieristiche di Padova. Ora gli inquirenti stanno cercando di comprendere i moventi della vicenda: perché il giovane avrebbe mentito ai suoi genitori dicendo che l’indomani ci sarebbe stata la sua proclamazione di laurea?
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L’auto su cui viaggiava il giovane, proveniente da Abano Terme in direzione Padova, avrebbe sbandato ed invaso la corsia opposta di marcia, per schiantarsi contro un platano. La morte di Riccardo è probabilmente avvenuta all’istante o poco dopo, perché i sanitari del 118 hanno solo constatato il decesso. Il fatto si fa ancora più strano ascoltando le parole di un’amica “Quella era una strada che percorreva spesso per andare a casa, la conosceva molto bene“.
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Ora le vie da percorrere saranno due: un malore al volante che ha fatto sbandare l’auto facendola finire addosso ad un albero oppure un suicidio per non aver rispettato le scadenze universitarie per la sua laurea e dunque deludere i genitori. I familiari non si danno pace per l’accaduto: le uniche parole del padre sono state “Stiamo cercando di capire”. Inutile sottolineare il tono e la drammaticità con cui questa frase è uscita dalla sua bocca.
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