Margherita Campanelli, affetta dalla sindrome di down, si è laureata con 110 e lode in Scienze Pedagogiche presso l’Università di Macerata. Il suo sogno ora è quello di aprire un agrinido.
Una storia che dimostra che tutti possiamo raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo; basta solamente tanta forza di volontà ed impegno. Margherita Campanelli, ragazza di 30 anni affetta da sindrome di down e residente a Fano, si è laureata con 110 e lode in Scienze Pedagogiche presso l’Università di Macerata.
Il sogno della trentenne ora è quella di aprire un agrinido, ovvero una struttura in campagna volta all’educazione dei bambini dai 3 mesi ai 3 anni. In esso, i bambini possono apprendere le prime fasi educative e culturali svolgendo attività all’aria aperta a diretto contatto con la natura.
Margherita che nel frattempo è anche catechista, scout e clown di corsia per rallegrare i bambini negli ospedali è la rappresentazione che non vi siano ostacoli nella realizzazione dei propri sogni. Ovviamente, come in tutte le cose, le difficoltà ci sono state. Spiega infatti in un’intervista al Resto del Carlino “È stato difficile per me, pendolare, conciliare il lavoro, lo studio e la frequenza. Molte difficoltà sono emerse nel momento della pandemia, perché avrei voluto stabilire un contatto e un confronto maggiore con i docenti e i colleghi, ma purtroppo non è stato possibile”.
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La sua tesi è stata incentrata tutta sullo sviluppo cognitivo dei bambini nei primi anni di vita. Il testo infatti si intitola “Il gioco come strumento e pratica inclusiva al nido. Le prospettive e dinamiche educative nello spazio 0-6”.
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Al termine dell’intervista, Margherita Campanelli evidenzia come vorrà procedere nel futuro: “Ora il mio sogno è quello di poter realizzare una struttura mia, un agrinido, per dare la possibilità ai bambini di crescere a contatto con la natura, guidati da approcci educativi all’insegna della concretezza e dell’esperienza“. In questo periodo dove siamo subissati di preoccupazione economica e di brutte notizie, una storia a lieto fine è proprio ciò che ci vuole per tornare a sorridere.
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