Con la nuova legge di Bilancio arrivano anche diverse novità legate alle pensioni: scopriamo insieme cosa accadrà dal 2023 con le rivalutazioni.
Manca poco più di un mese a Gennaio 2023, mese in cui le pensioni avranno la loro rivalutazione. Ma cosa significa concretamente? Con tale termine si intende un adeguamento degli assegni previdenziali modellato sulla base dell’andamento dei prezzi registrato negli ultimi dodici mesi.
Tutti i cambiamenti che avverranno sono annotati nella nuova Legge di Bilancio che verrà mantenuta in vigore non solo per tutto il 2023 ma anche per tutto il 2024. Coloro che trarranno maggiori benefici da questa svolta saranno i pensionati con assegni minimi o comunque molto bassi. Al contrario, coloro che percepiscono assegni previdenziali ingenti, usciranno svantaggiati da tale avvenimento.
Pensioni, che succede con le rivalutazioni
Come al solito ci sono due notizie, una bella ed una brutta. Quella più piacevole è che la grande maggioranza delle pensioni nel 2023 riceverà un aumento del 7,3%. La notizia meno piacevole invece è che tutte le stime prevedevano un incremento almeno dell’8%. La ragione principale che ha spinto Giorgetti a fissare tale aumento è l’inflazione: molti anziani infatti non riescono ad arrivare alla fine del mese a causa dei prezzi in rapida salita.
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Ma come funziona effettivamente questa rivalutazione? Fino all’anno corrente, il sistema ha agito in tale maniera:
- al 100% del tasso di rivalutazione per gli assegni d’importo inferiore alle 4 volte il trattamento minimo;
- al 90% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
- al 75% del tasso di rivalutazione per gli assegni che superano di 5 volte il trattamento minimo.
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Con la nuova legge di Bilancio, fortemente voluta da Giorgia Meloni, il sistema cambierà in questa maniera:
- al 100% del tasso di rivalutazione per gli assegni d’importo inferiore alle 4 volte il trattamento minimo;
- al 80% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
- al 55% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo;
- al 50% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo;
- al 40% del tasso di rivalutazione per gli assegni tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo;
- al 35% del tasso di rivalutazione per gli assegni superiori alle 10 volte il trattamento minimo.