Claudio Mandia, studente che viveva negli Usa, dopo 4 giorni di isolamento per aver copiato a scuola, si è tolto la vita nella sua stanza della EF Academy. Nessun processo penale è stato indotto per l’istituto.
Riavvolgiamo il nastro dell’accaduto: Claudio Mandia stava portando avanti i suoi studi negli Stati Uniti d’America, più precisamente nell’EF Academy. Dopo esser stato sgamato nel copiare durante un compito in classe, il diciassettenne era stato messo in isolamento per quattro giorni. E non solo: il rettore dell’istituto ha ordinato l’espulsione per il ragazzo che ha trascorso da solo gli ultimi giorni attendendo che i genitori lo riportassero in patria.
Il giovane di Battipaglia (Salerno) però non è riuscito a reggere l’urto di tutti gli avvenimenti che gli stavano sconvolgendo la vita. Così all’interno della sua stanza si è tolto la vita il giorno prima del suo diciottesimo compleanno. La procura della contea di Westchester però ha deciso di non procedere per vie legali contro l’istituto americano.
4 giorni d’isolamento per aver copiato a scuola: il suicidio di Claudio
I genitori di Claudio, Elisabetta e Mauro Mandia, si aspettavano fin dall’inizio tale riscontro: “Appena successo la vicenda, il nostro avvocato ci ha riferito che l’ipotesi penale era remotissima“. La battaglia della madre e del padre di Claudio però non vuole arrestarsi: procederanno civilmente contro l’istituto finché non sarà fatta giustizia.
Leggi anche: Alessia, che ha lasciato morire la sua bambina: il vicino dice cosa chiedeva agli uomini
In Italia sicuramente le cose sarebbero andate diversamente dato che si sarebbe optato per un istigamento al suicidio o addirittura per un omicidio colposo. La legge però in quel di New York è totalmente diversa: ” L’isolamento non è sufficiente. Il reato di negligenza criminale esiste solo se emerge il dolo. Sarebbe servita da parte della scuola la volontà di promuovere il suicidio, in pratica di ammazzare nostro figlio” spiegano i genitori del ragazzo.
Leggi anche: Soldi presi dalle donazioni per bimbi i malati di cancro. E li usava per riparare l’auto, dicono i giudici
Inoltre Claudio non era l’unico ad essere in isolamento: con lui infatti c’era anche un altro ragazzo punito per un errore. L’unica cosa che li divideva era un lungo corridoio: uno era rinchiuso da una parte inabitata dell’istituto, l’altro dalla parte opposta.