Un istituto scolastico ha deciso di iniziare a sanzionare gli studenti che non fanno i compiti. Le proteste si sono già scatenate.
Ogni ragazzo o ragazza dovrebbe studiare per se stesso, per la propria cultura e crescita personale. Questo in un mondo ideale. Nella realtà, spesso, bambini e adolescenti vanno spronati. Un istituto scolastico ha escogitato un modo alternativo per incentivare gli alunni a studiare.
Una sanzione pecuniaria di dieci franchi per chi non fa i compiti, arriva in classe in ritardo o marina la scuola. Così un istituto svizzero, precisamente di Aarau nel Canton Argovia, ha pensato di punire i comportamenti scorretti degli studenti. La tendenza sta già prendendo piede al di là del confine. Ma in Italia le polemiche sono già scattate e i dirigenti scolastici si sono detti contrari, se non scandalizzati, dal metodo elvetico. Anche se, a ben pensarci, le multe assolvono ad un duplice compito: da un lato stimolano i ragazzi a fare il proprio dovere; dall’altro vanno a rimpinguare le casse – spesso vuote – degli istituti consentendo ai dirigenti di poter acquistare materiali scolastici utili a tutti gli alunni. Si è calcolato, infatti, che nella suddetta scuola svizzera dove sono state introdotte le sanzioni agli studenti indisciplinati, si può arrivare ad incassare l’equivalente di 70mila euro in un anno. Soldi che poi vengono utilizzati per svolgere attività collettive.
L’iniziativa – come era prevedibile- non piace né agli studenti né alle associazioni scolastiche. Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’associazione Formazione professionale svizzera, Christoph Thomann: “A scuola le sanzioni non dovrebbero esistere. È chiaro che è difficile motivare i giovani ad andarci e a rispettare le regole, ma questo metodo è troppo poliziesco: non viene per nulla apprezzato dagli allievi”. Anche nelle scuole italiane, ovviamente, non mancano ragazzi che arrivano tardi in aula, non portano i compiti, non studiano o si assentano senza giustificazione. Le multe potrebbero essere una soluzione per correggere gli indisciplinati, magari sanando anche le casse scolastiche sempre al verde? Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma, ha asserito con forza la sua contrarietà: “Questa iniziativa mi sembra rientri pienamente nello spirito svizzero ma non in quello italiano. Non metterei l’educazione sullo stesso piano del denaro: per correggere i ragazzi bisogna intervenire dando loro spazi culturalmente stimolanti, non le multe“- ha precisato. Nelle scuole italiane esistono le sanzioni ma riguardano i divieti, imposti per legge, come quello contro il fumo. Mentre se uno studente non fa i compiti, entra in ritardo o disturba le lezioni non è prevista alcuna sanzione. Certo esistono le note sul diario o sul registro. Salvo poi ritrovarsi in ospedale come accaduto ad un insegnante di Bari che è stato pestato dai familiari di un’alunna a cui aveva messo una nota.