Assegno sociale nel 2023? Solo se rispondi velocemente all’email: i nuovi dettagli arrivati su questo contributo.
L’assegno sociale è un contributo che permette allo Stato di sostenere alcuni cittadini in difficoltà, come tutti coloro i quali abbiano più di 67 anni e vivano in situazioni di disagio economico.
Prossimamente però, nonostante le cifre siano destinate ad aumentare, per riceverlo potrebbe diventare fondamentale prestare molta attenzione alla burocrazia; ecco perché, i dettagli in merito.
Come riportato dal sito Proiezioni di Borsa, l’INPS corrisponde l’assegno nel caso il cittadino in questione dimostri di avere un reddito non superiore al limite previsto dalla legge; è necessario dunque fare la dichiarazione dei redditi.
Al momento, pare che l’INPS con diversi controlli avrebbe rivelato alcune posizioni incomplete di documentazione; i beneficiari non avrebbero presentato la dichiarazione dei redditi e dimostrati di non superare le soglie di reddito previste dalla legge.
Come riporta il sito, l’INPS ha iniziato a contattare gli interessati con un primo sollecito; fondamentale dunque fornire i documenti richiesti se non si vuole perdere il beneficio di ricevere il contributo.
Con un po’ di pazienza, comunque, chi riceve questo sollecito può immediatamente provvedere ad aggiornare la propria documentazione; per operare la ricostituzione reddituale basta accedere online alla propria area personale MyINPS (tramite SPID almeno di livello 2, CNS o CIE) e poi recarsi nello spazio dedicato ai servizi e alla “Domanda di prestazioni pensionistiche”.
Successivamente, basta selezionare l’opzione “Variazione prestazione pensionistica” per poi attivare “Ricostituzioni/Supplementi”> “Ricostituzione pensione”> “Reddituale”> “Per sospensione art.35 co.10bis D.L.207/2008”.
In questo modo si può aggiornare la documentazione ed evitare la sospensione; in caso di poca dimestichezza coi siti internet, ci si può rivolgere e agli enti di Patronato.
Quanto all’assegno 2023, come riportato dal sito thewam.net, pare che sia destinato ad aumentare di circa l’8%, mentre già ad ottobre è previsto una rivalutazione anticipata del 2%, decisa dal Governo Draghi (prossimo allo scioglimento dopo le elezioni).
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