Un casolare immerso nel verde della campagna franciacortina era il luogo perfetto per nascondere 8 milioni di euro. La coppia è finita in manette. I due non agivano da soli: avevano coinvolto anche il figlio nei loro loschi affari.
Un casolare immerso nella campagna di Gussago, zona Franciacorta, a Brescia. Quelle terre sono famose per i vigneti. Invece una coppia aveva pensato bene di utilizzare quei terreni per seppellire denaro. I due non hanno lasciato fuori nemmeno il figlio e lo hanno coinvolto nei loro affari illeciti.
Ammonta a 9 milioni di euro il bottino: una parte è stata trovata sotto il prato del casolare della copppia di commercianti e una parte in casa del figlio 22 enne dei due coniugi. A Gussago sono state trovate migliaia di banconote da 50 e 100 euro posizionate all’interno di sacchi, fusti, secchi e poi nascoste sotto terra dai proprietari del terreno. Risparmi di tutta una vita? No. La coppia – Giuliano Rossini e la moglie Silvia Fornari – stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, muoveva le fila dell’organizzazione dedita alla sistematica evasione del fisco. Una maxi frode scovata al termine di una lunghissima indagine: al centro migliaia di fatture false, per un valore di oltre 500 milioni di euro, che sarebbero state emesse dal 2018 nell’ambito di attività dedite al commercio di materiale ferroso. Per gli inquirenti gli 8 milioni di euro sepolti a Gussago sarebbero solo una parte del denaro riportato in Italia dai conti correnti aperti all’estero: in Romania, Croazia, Bulgaria e persino in Cina. Ai vertici di questa organizzazione, oltre ai due coniugi, anche il figlio 22enne Emanuele Rossini e una zia materna, Marta Fornari. A casa di Emanuele, nel sottotetto, le Fiamme Gialle hanno trovato un altro milione e 600 mila euro in contanti in banconote di 20 e 50 euro. Tutto era avvolto in scatole di cartone chiuse con lo scotch. Da quanto risulta era proprio il 22enne ad occuparsi della creazione di fatture false relative ad operazioni inesistenti. Non solo Emanuele era parte attiva e creava al computer documenti falsi, consegnava il denaro ai clienti e si occupava della restituzione dei pagamenti delle false fatture.
Da quanto emerso marito e moglie erano fuggiti all’estero nell’estate 2020, quando un imprenditore li avrebbe messi al corrente delle verifiche fiscali a cui era stata sottoposta la sua azienda. A far decidere la coppia di lasciare l’Italia sarebbero stato soprattutto il sequestro di 153 mila euro in contanti trovati nell’auto di Marco Pesenti, tra le 22 persone finite in manette nel corso della maxi operazione. Ma, nei giorni scorsi, sarebbero rientrati in Italia e accompagnati dal loro legale, Lorenzo Cinquepalmi, si sarebbero presentati in carcere. Silvia Fornari si sarebbe costituita a Verziano, mentre Giuliano Rossini avrebbe scelto il penitenziario di Cremona. Marito e moglie avrebbero già ammesso alcune responsabilità al loro avvocato. In tutto gli indagati, per il momento, sono 77. Anche se la situazione è completamente diversa, questo rinvenimento di milioni di euro sepolti nel prato che circonda la casa, fa tornare alla mente i 24mila euro trovati nella cuccia del cane della tenuta della senatrice Monica Cirinnà e del marito. I giudici hanno appurato che l’esponente del PD e il coniuge nulla hanno a che vedere con quel denaro ma la senatrice ora vorrebbe tenerli in quanto, comunque, sono stati trovati all’interno della sua proprietà