Il rincaro dei prezzi dell’energia, luce e gas sta influenzando l’intera economia nazionale: anche i costi del frantoio salgono alle stelle.
L’anno 2022 si sta rivelando più difficile di quanto potessimo pensare: la pandemia ha finalmente raggiunto una stabilità, ma lo scoppio della guerra in Ucraina con conseguenti sanzioni economiche ai danni della Russia – sta mettendo a dura prova il nostro Paese. Nel mese di settembre, diversi commercianti, esercenti e proprietari hanno pubblicato il valore delle bollette della luce e del gas, dimostrando di non poter più sostenere tale aumento dei costi. Moltissimi cittadini italiani hanno dovuto quindi chiudere bottega.
Ogni servizio, pubblico oppure privato, sta risentendo del rincaro dei prezzi dell’energia; dalla benzina, ai generi alimentari, fino ad arrivare al riscaldamento, siamo di fronte a condizioni di benessere che si stanno trasformando in un lusso destinato ad un élite particolarmente limitata. L’aumento dei costi dell’energia infatti, corrisponde inevitabilmente ad un aumento dei costi di produzione e – di conseguenza – ad un incremento del valore del prodotto finale.
Facciamo riferimento ad esempio all’olio extra-vergine di oliva, anche in questo caso la situazione è tragica. I costi di utilizzo del frantoio sono aumentati, pertanto anche il valore della bottiglia d’olio del supermercato sarà destinata a lievitare nei prossimi mesi. Approfondiamo insieme il tema nel prossimo paragrafo.
Per chiarire la gravità della situazione e soprattutto l’aumento dei costi, riportiamo i dati relativi alla bolletta dell’energia di un semplice frantoio della Toscana: nel 2021 la bolletta corrispondeva a 420 euro, luglio 2022 è impennata a 1.350 euro, a novembre pertanto potrebbe arrivare a 35/40 mila euro. Questi sono i dati riportati da Filippo Legnaioli – presidente del Frantoio del Grevepesa (cooperativa formata da 190 soci situata nel cuore del Chianti). Tali cifre, porteranno inevitabilmente ad un aumento ulteriore dei prezzi del prodotti finale.
“La situazione è drammatica” – ha sottolineato Legnaioli – “I costi attuali non sono sostenibili. Le contromisure che attueremo nel breve periodo sono due: la prima è una decisione sofferta, ma inevitabile, ovvero alzare i costi per le aziende agricole”; in sostanza, per 10 quintali di olive da frangere – mentre inizialmente veniva richiesta una somma di 160 euro – ora essa lieviterà a 250 euro. L’economia italiana sta crollando, occorrono pertanto misure immediate ed efficaci affinché piccole, medie e grandi imprese non falliscano schiacciate dai costi dell’energia.
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