Migranti, mai così tanti dal 2016. Da 5 anni un ex giudice va ogni giorno ad accoglierli

Un ex giudice insieme al marito, ogni giorno si reca alla stazione di Trieste per accogliere i migranti e curare i loro piedi massacrati.

Il nome di Lorena Fornasir non è nuovo alle pagine di cronaca. Ex giudice onorario presso il Tribunale dei minori di Trieste, in passato fu accusata assieme al marito Gian Andrea Franchi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le accuse vennero archiviate nel novembre del 2021. La coppia continua a prendersi cura dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica.

ANSA/ MAURO DONATO/ARCHIVIO

Lorena Fornasir oggi ha 67 anni e da 5, insieme al marito, assiste i profughi nella piazza davanti alla stazione dei treni di Trieste. A volte le persone da aiutare, che arrivano principalmente da Afghanistan e Medio Oriente, sono anche più di 100. Intervistata da Fanpage, la donna ha spiegato: “In questi cinque anni abbiamo imparato a curare queste persone, non solamente sotto l’aspetto sanitario, ma anche incamminandoli verso una elaborazione dei traumi subìti lungo la rotta balacanica… Noi cerchiamo di alleggerirli da terribili pene come le torture subìte dalle varie Polizie di frontiera, un amico morto durante il cammino”. A detta dell’ex giudice dunque, la Polizia torturerebbe e massacrerebbe questi migranti che vengono in Italia in cerca di una vita migliore per se stessi e i propri figli. Secondo i dati dell’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – Frontex – il 2022 ha visto aumentare in misura importante gli sbarchi: mai così tanti dal 2016. E proprio la rotta dei Balcani ha registrato un incremento del 115%.

In particolare fanno impressione i piedi dei profughi: piedi letteralmente massacrati. Insieme a Lorena Fornasir e al marito ci sono diversi medici volontari che prestano cure alle persone che arrivano a Trieste. Curare i piedi durante tutto l’arco del pomeriggio, ascoltare storie, dare risposte alla disperazione, fornire un pasto a fine giornata: queste sono le attività di Lorena Fornasir e della sua Associazione Linea d’Ombra. La 67enne ha creato anche un rito speciale, simbolico: un lenzuolo ricamato il lenzuolo della memoria. “E’ il lenzuolo della memoria dove ogni sera ricamo a mano i nomi dei migranti che sono morti durante la fuga dai loro Paesi. Sono gli stessi ragazzi profughi che scrivono i nomi dei loro compagni morti, qualcuno di loro mi aiuta anche a ricamarlo. Si avvicinano per scrivere questi nomi, per condividere le loro storie e cercare di elaborare i lutti che portano con sé” – conclude.

 

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