Una studentessa massacrata di botte per aver rifiutato un coetaneo. Ma per i giudici il ragazzo non è da condannare.
Siamo in Italia nel 2022 ma, talvolta, sembriamo tornati indietro di parecchi anni. Tutto il Paese è rimasto indignato dalla scarcerazione, dopo solo un anno, del 15enne che accoltellò Marta Novello. Ora ci troviamo di fronte ad una sentenza ancor più assurda.
Una studentessa norvegese – in Italia in vacanza – è stata aggredita a Roma, a Campo de’ Fiori. La ragazza, Tiril Solberg, all’uscita dell’ospedale Santo Spirito, si presentava così: il naso fratturato, l’occhio destro pesto, due denti rotti. Ad aggredirla un suo coetaneo, anch’egli norvegese il quale, in meno di ventiquattro ore dall’aggressione, è stato arrestato e condannato a 8 mesi. Già la pena sembrerebbe davvero troppo esigua ma ciò che è peggio è che gli è stata già sospesa. Pertanto il giovane può girare tranquillamente a piede libero. Tiril, intervistata dalla Repubblica, ha raccontato: “Quel ragazzo lo avevo conosciuto in aeroporto a Oslo, da dove siamo partiti per la vacanza a Roma con una mia amica iniziata il 4 agosto. Lui era con un altro nostro coetaneo e anche loro erano in partenza per l’Italia, si sono uniti a noi. Quella sera eravamo al ristorante a Campo de’ Fiori e lui ha cominciato a dirmi “puttana” perché io lo respingevo. Volevo parlare con la mia amica di questo e siamo uscite dal locale. Non ho notato che lui, invece, ci ha seguite fino a fuori. Mi ha spinta all’improvviso da dietro e sono caduta a terra, in strada. Con un calcio mi ha rotto anche due denti, avevo un terribile dolore a un occhio. È successo tutto così velocemente che mi sono resa conto”.
Per fortuna Campo de’ Fiori è sempre piuttosto popolata e la studentessa è stata soccorsa dai passanti. Ora che è uscita dall’ospedale, tuttavia, la giovane vive con il terrore di poter incontrare di nuovo il suo aggressore che circola tranquillamente a piede libero: “Ho capito sulla mia pelle quanto sia facile essere colpiti all’improvviso e feriti. Non so che dire, mi interessa che sia stato individuato e soprattutto di essere stata creduta per quello che mi è accaduto. Non cerco vendetta ma certo temo che possa farmi di nuovo male. Nessuna donna dovrebbe sentirsi così come sto adesso io perché dice di “no” a uno che vuol fare sesso con lei. I lividi passeranno ma la mia anima resta ferita” – ha concluso la studentessa norvegese che, purtroppo, a casa non porterà un bel ricordo della legge italiana.