Continua il dramma dell’occupazione degli appartamenti altrui. L’ultimo episodio alla periferia di Roma.
Tra vicini dovrebbe instaurarsi un rapporto di fiducia e aiutarsi reciprocamente. Purtroppo non sempre è così. Una coppia non si è fatta scrupoli ad occupare l’appartamento del dirimpettaio.
Il vicino di casa era morto da poco. Il defunto – tale Antonio – era titolare di un alloggio Ater, gestito quindi da una delle Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale. I due coniugi non hanno perso tempo: hanno contattato la figlia del defunto e, con la scusa di volerla sollevare da un peso e rendersi utili, si sono fatti dare le chiavi dell’appartamento assicurando che avrebbero controllato che in casa del defunto fosse tutto a posto, che nessuno vi andasse a rubare, che a qualcuno non venisse in mente di iniziare a vivere abusivamente nell’appartamento. Certo perché ci avevano già pensato loro ad andarci a vivere abusivamente. Una volta ottenuta la copia delle chiavi, i due hanno cambiato la serratura, e si sono stabiliti a tempo pieno nell’immobile sito in Via Lablache, zona Serpentara, nella periferia nord di Roma.
I fatti che risalgono a fine 2020 e i due ora sono sotto processo. A giudicarli sarà il pm Carlo Villani, dopo la denuncia sporta dalla famiglia del defunto. Gli occupanti non solo si sono appropriati di un appartamento che non spettava loro ma anche di tutto quanto c’era dentro e si sono rifiutati di consegnare ai familiari di Antonio i beni dell’anziano. Si sono tenuti tutto: libri, mobili, vestiti, computer, quadri, televisione. Il caso della Serpentara non è per nulla isolato. Secondo gli ultimi dati, a Roma solo il 30% degli inquilini Ater paga regolarmente l’affitto. Nella Capitale gli appartamenti Ater sono 46 mila, il 30% degli abusivi sono considerati sanabili, ovvero nuclei che hanno sì occupato l’immobile, ma risultano idonei e hanno fatto richiesta per la sanatoria. Il 20%, invece, è moroso. C’è poi un 40% di irregolari come la coppia che ha occupato l’appartamento del vicino defunto. Il problema riguarda non solo Roma ma tutta Italia. Qualche tempo fa a Venezia un uomo di 79 anni non è più riuscito a rientrare in casa sua dopo un ricovero in ospedale.