Gabriella Carsano la mamma-nonna morta di recente, aveva il sostegno di molti che la supportavano nella sua battaglia per riavere la figlia. Fu organizzata anche una raccolta firme ma venne ignorata.
Gabriella Carsano è morta senza poter riabbracciare la sua bambina, la figlia fortemente voluta al punto di ricorrere all’inseminazione artificiale all’estero all’età di 56 anni lei e 68 il marito. Furono tentate tutte le strade possibili per far riavere la figlia alla coppia, anche una raccolta firme. Ma tutto fu inutile.
La piccola fu tolta alla coppia dagli assistenti sociali dopo la denuncia di un vicino. Il movente non fu l’età dei coniugi ma un episodio di presunto abbandono della piccola lasciata sola per qualche istante. La storia di Gabriella Carsano e del marito – anche lui anziano all’epoca del concepimento della figlia – divenne famosa nel 2010 quando il Tribunale dei Minori decise di dare in adozione la loro bambina a un’altra famiglia. La decisione scattò dopo che un vicino di casa accusò la coppia di aver abbandonato la neonata in auto per qualche minuto. La coppia, durante la lunga battaglia, ha sempre avuto il sostegno degli abitanti di Mirabello. Era partita anche una raccolta firme lanciata da Luigi Ferrando, sindacalista della Uil di Casale Monferrato: “Molti anni fa, con l’allora sindaco Luca Gioanola, scegliemmo di raccogliere firme per chiedere la riapertura del processo. Ci fu poi la richiamata in appello ma non sortì nulla. I genitori furono assolti dall’accusa di inadeguatezza genitoriale e abbandono ma era passato diverso tempo, dunque la bimba restò nella secondo famiglia adottiva” – le parole del sindacalista
Il dolore maggiore di Gabriella era non sapere dove fosse la bambina e che forse non l’avrebbero mai più vista. La petizione fu inviata anche alla comunità europea ma l’allora presidente David Sassoli era in malattia e non riuscirono nell’intento. In seguito, Gabriella si chiuse nella sua disperazione fino a morirne. Il marito della donna, oggi 81enne, si è limitato a commentare così la perdita della sua compagna di vita: “E’ stata uccisa dagli assistenti sociali”. La 68enne è stata stroncata da un mesotelioma. Ma sicuramente il dolore patito per dodici lunghissimi anni ha contribuito ad avvelenarle la vita fino alla fine.