La vitamina D è fondamentale per l’intero funzionamento del nostro organismo: esiste inoltre un frutto da abbinare agli integratori.
L’unica fonte sostanziosa di vitamina D in natura consiste fondamentalmente nell’esposizione solare, durante il quale il nostro corpo assorbe i raggi e li trasforma appunto in vitamina D. Per poter accedere al giusto quantitativo bisognerebbe esporsi per almeno un paio di ore durante la stagione invernale e per minimo venti minuti durante i mesi più caldi. Proprio per questo motivo, la maggior parte delle persone con il tempo comincia a soffrire di possibili carenze.
Non tutti infatti hanno la possibilità di rimanere sotto la luce del sole per diverso tempo e questo comporta inevitabilmente un reale bisogno del corpo. La vitamina D infatti risulta particolarmente importante, soprattutto perché contribuisce all’assorbimento del calcio nelle ossa. A questo punto, entrano in gioco gli integratori, particolarmente diffusi soprattutto negli ultimi decenni, in quanto permettono di sopperire ad eventuali carenze vitaminiche. Eppure, esiste un modo per stimolare ulteriormente gli integratori assunti: è sufficiente abbinare il consumo di un frutto particolare. Vediamo insieme i dettagli.
Vitamina D: ecco come stimolare ulteriormente la produzione
Sopperire alla mancanza di vitamina D nel corpo assumendo degli integratori, rappresenta sicuramente un’ottima soluzione; è comunque possibile stimolare ulteriormente l’azione di questi ultimi attraverso il consumo di un frutto particolare: la banana. Parliamo infatti di un alimento ricco di potassio e magnesio, due sostanze utili per l’attivazione della vitamina D. Pertanto, abbinare l’assunzione degli integratori con il consumo di alimenti ricchi di magnesio e potassio – significa fondamentalmente inviare un input ulteriore nella produzione e funzione dalla vitamina nel corpo.
Le banane sono un esempio, ma esistono altri alimenti che vantano ottime quantità di magnesio e potassio ed è quindi possibile variare nell’alimentazione con spinaci, zucca, avocado, ma anche fichi, semi di girasole, cioccolato fondente e tanto altro. Tale teoria è stata confermata dalla stessa Nicole Avena – assistente di Neuroscienze presso il Mount Sinai School of Medicine e professoressa di Psicologia presso l’Università di Princeton – ed è stata poi ripresa dal Journal of American Osteopathic Association: “essenziale assicurarsi che la quantità raccomandata di magnesio sia consumata per ottenere i benefici ottimali della vitamina D”.