Flavio Briatore superato da Luigi Viola: la sua pizza costa 8300 euro. Ma non ha il sapore di una pizza

Sono passati i tempi in cui con venti euro si poteva gustare una buona pizza accompagnata anche da un calice di vino o un boccale di birra. Oggi la pizza è diventata un piatto gourmet che in pochi possono permettersi.

Di questi tempi persino i locali di Flavio Briatore sembrano essere diventati a buon mercato. Inizialmente ha fatto storcere il naso un po’ a tutti la sua pizza al Patanegra a 65 euro servita nei suoi Crazy Pizza. Ma è niente se confrontata con i prezzi proposti da altri ristoratori.

Se a Jesolo uno chef propone una pizza guarnita di oro commestibile alla modica cifra di 99 euro, in Cilento – in provincia di Salerno – Luigi Viola ne propone una che costa più o meno quanto un’utilitaria: 8300 euro. La pizza in questione ha un nome decisamente regale e non poteva essere altrimenti: si chiama Luigi XIII , in onore dello storico re di Francia. Viola ha presentato la sua creazione in occasione della Giornata mondiale della pizza, il World Pizza Day 2022 che si è tenuto a gennaio. Ma non è tutto: tanto ben di Dio non è consumabile in nessun ristorante.

Infatti lo il pizzaiolo Renato Viola – che ora risiede a Miami, negli Stati Uniti – la prepara infatti a casa del cliente, nella quale arriva accompagnato da un sommelier e uno chef. La pizza Luigi XIII è raccomandata per due persone – ma nulla vieta di gustarla anche da soli – e ha un diametro di circa 20 centimetri, mentre l’impasto viene fatto lievitare 72 ore ed è insaporito con del sale Murray River, primo dei numerosi ingredienti preziosi di questa pizza. Ma la lista degli ingredienti pregiati è lunga. La Luigi XIII non ha niente a che vedere con la classica margherita napoletana, semplice e genuina. Essa è composta da ingredienti esclusivi: Caviale Oscietra Royal Prestige, Caviale Kaspia Oscietra Royal Classic, Caviale Beluga Kaspia, Gamberoni rossi di Acciaroli, Aragosta di Palinuro, Cicala del Mediterraneo, Gocce di cognac Louis XIII Remy Martin. Un’ esperienza sicuramente interessante e unica per chi può permettersela che, tuttavia, con la natura verace e semplice della pizza ha ben poco a che fare.

 

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