“Dobbiamo iniziare a ragionare in termini di vaccino”, spiega Ilaria Capua, facendo il punto sul vaiolo che intanto si diffonde rapidamente.
Con l’avanzare dei casi di vaiolo delle scimmie, la virologa Capua ospite di un’ intervista , fa il punto sul virus spiegando i pericoli e suggerendo anche di iniziare a pensare ad un vaccino.
“Ci sono già 7mila casi: all’inizio dicevamo non c’è bisogno di preoccuparsi, invece oggi col liberi tutti il virus si sta diffondendo a macchia d’olio”. Secondo la direttrice dell’UF One Health Center dell’università della Florida il vaiolo delle scimmie ha iniziato a diffondersi molto più velocemente negli ultimi tempi proprio a causa delle riaperture volute dai governi europei che favoriscono una circolazione più promiscua del virus. I casi di monkeypox sono passati in poche settimana da 100/200 a 7mila accertati che “sono quelli notificati – spiega Capua – il che vuol dire che ce ne sono molti di più”. Secondo la virologa l’attuale situazione ci deve spingere “a ragionare in termini di vaccinazione come si sta facendo negli Usa”. “Corriamo un rischio che è quello che questo virus dalle persone faccia uno salto di specie nei roditori – prosegue la professoressa – che sono i veri serbatoi del virus: ci sono persone che hanno il vaiolo delle scimmie e magari non vogliono che si sappia e così non denunciano le lesioni e la situazione clinica che stanno passando. Questo vuol dire che iniziano a gestire male le lesioni, gettando nell’immondizia garze e cerotti usati per medicare le ferite. Il rischio è che questi rifiuti vengano a contatto con i roditori facendo quel salto di cui parlavo prima”. Ed è proprio a fronte della continua crescita di casi di vaiolo delle scimmie a livello globale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità intende rivalutare se l’epidemia costituisca un’emergenza di salute pubblica di portata internazionale. Al momento l’Oms continua a monitorarne gli sviluppi ma il direttore generale dell’OMS, ha dichiarato che convocherà il comitato nella settimana del 18 luglio, o prima se necessario per fare il punto della situazione.
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