L’uomo non è nuovo a questo genere di episodi. Dopo aver seminato il panico già altre volte, ora è passato all’azione e ha distrutto un bar nella Capitale.
Alcuni si limitano a pubblicare sui social scontrini ritenuti vergognosi come la giornalista che ha pagato 8 euro un cappuccino in centro a Roma. O la signora di Venezia che ha dovuto pagare 24 euro per due caffè al banco. Altri, pur dovendo pagare molto meno, passano all’azione e distruggono il locale. E’ avvenuto a Roma.
Il 45enne ghanese Ahmed Brahim non è nuovo a questo genere di episodi: già un anno fa seminò il panico nella Capitale e un agente dovette sparargli per fermarlo. Questa volta, intorno alle 7 del mattino è entrato in un bar di Piazza Vittorio minacciando di distruggere il locale se non gli avessero dato un bicchiere di latte: “Datemi un bicchiere di latte o spacco il bar” – le parole del 45enne. L’esercente, per evitare problemi, ha soddisfatto la richiesta ma al momento di pagare il conto, il ghanese è impazzito, è uscito fuori dal bar e ha distrutto alcuni tavoli e la vetrina esterna del locale, andandosene senza pagare. Sul posto, allertati dai passanti, sono accorsi i Carabinieri della compagnia di piazza Dante che lo hanno fermato e arrestato con l’accusa di danneggiamento aggravato e minacce.
Dopo averlo identificato, i Carabinieri si sono accorti che il 45enne era già stato coinvolto in vari episodi analoghi: va in giro per bar a chiedere bicchieri di latte gratis e, quando gli vengono negati, procura danni e semina il panico trai clienti. Nel giugno del 2021 si rese protagonista di un episodio molto grave: armato di coltello, seminò il terrore alla stazione Termini e cercò di aggredire alcuni clienti di un bar. In quell’occasione un agente gli sparò con il risultato che il ghanese venne rilasciato e l’agente indagato dalla Procura. Ancora prima, nel 2020 lo stesso Ahmed Brahim fu fermato per essersi introdotto in alcune chiese della Capitale provocando danni alle statue dei santi e agli arredi. Poco dopo lanciò oggetti contro una moschea. Nel 2017 fu tentato il rimpatrio ma, fino ad oggi, non è mai andato in porto.