Andrea inizia a stare male e i medici non capiscono cosa ha: così la vacanza si è trasformata in tragedia

La vacanza a Sharm el Sheik si è trasformata in un vero incubo per una famiglia palermitana. Inutili i soccorsi. Aperta un’inchiesta

Erano andati a Sharm el Sheik, in Egitto, per le ferie estive. Una vacanza finita nel peggiore dei modi, quella di una coppia palermitana, che ha visto morire in poche ore il figlio di sei anni.

La mamma Rosalia Manosperti e suo figlio

La vicenda ancora tutta da chiarire, è iniziata venerdì, quando il piccolo Andrea Mirabile ha cominciato a stare male. Dissenteria, vomito. I genitori hanno pensato ad un colpo di calore, fino a quando ad avvertire gli stessi malori sono stati prima il padre, Antonio, poi la madre, Rosalia Manosperti, incinta di quattro mesi. Si sono quindi rivolti alla guardia medica a pochi passi dal resort in cui alloggiavano. La diagnosi è stata di intossicazione alimentare: i sanitari in servizio hanno fatto una flebo di soluzione fisiologica ad Andrea e al padre, che erano fortemente disidratati, e poi hanno prescritto a tutti e tre delle pillole. Tornata in albergo, la coppia ha chiamato il medico di famiglia a Palermo per assicurarsi che la prescrizione del farmaco fosse corretta. La coppia ha sempre mangiato all’interno del resort, sottolineano i familiari, e fin dall’arrivo si è sincerata di bere soltanto acqua in bottiglia. Le condizioni di Antonio e del bambino, però, non sono migliorate nonostante la medicina. Il piccolo ha continuato a stare male, tanto che i genitori hanno richiamato la guardia medica. Nel frattempo anche Antonio è peggiorato. La moglie, allora, tramite l’albergo, ha chiamato un’ambulanza. «Disperati, sono corsi all’ospedale internazionale di Sharm – racconta Roberto Manosperti, fratello di Rosalia e cognato di Mirabile – ma all’arrivo al nosocomio Andrea è morto. Sotto choc, mia sorella mi ha raccontato che i medici per un’ora hanno tentato di rianimare il bambino». Mio cognato è grave ed è in rianimazione con problemi cardiaci, ai reni e polmonari: ha una saturazione bassissima da giorni. Ci sembra di vivere in un incubo – dice Manosperti.

“Chiediamo soltanto di riportare a casa Andrea e mio cognato e di poter vivere tutti insieme questo terribile momento di dolore. Abbiamo cercato di noleggiare un volo privato per farli rientrare – spiegano i familiari – ma a parte il costo che si aggira attorno ai 35mila euro, ci sarebbe da attendere almeno quattro giorni prima di partire. Inoltre, l’équipe medica che dovrebbe salire a bordo chiede i referti sanitari che dall’ospedale non ci danno.Intanto, fanno sapere dalla Farnesina, sono già state attivate tutte le procedure per il rimpatrio della salma del piccolo e le autorità mediche egiziane, hanno dato anche il via libera alla possibilità che il padre possa essere trasferito in Italia con un volo, ma con assistenza medica a bordo. Non si sa, però, ancora quando avverrà il rientro. Inoltre la magistratura egiziana ha aperto un’inchiesta sul decesso del piccolo Andrea e ha disposto l’autopsia sul corpo del bambino. «Ci hanno detto che per avere gli esiti serviranno mesi, dice Manosperti. «Mia sorella è disperata. Sulla vicenda è intervenuto anche Adriano Varrica, deputato palermitano del M5s. «Ho allertato in queste ore il ministero degli Esteri per sollecitare un intervento immediato a supporto di questa famiglia colpita da una tragedia, sulla quale bisognerà fare tutti gli approfondimenti del caso dice. Lo Stato deve garantire ogni forma di assistenza per il rientro in Italia, questa oggi è la priorità». Intanto l’inchiesta della procura locale va avanti. Le indagini dovranno stabilire le cause che hanno portato l’intera famiglia Mirabile ad avvertire malesseri durante la loro permanenza in hotel.

 

Gestione cookie