La scienziata Ilaria Capua sempre più preoccupata dal regno animale e dai possibili virus che potrebbe portarci. Nell’occhio del mirino ora i gatti.
L’esperto di formiche è il microbiologo patavino Andrea Crisanti ma la più preoccupata dal regno animale è certamente la virologa Ilaria Capua. La scienziata qualche mese fa aveva parlato di un lockdown causato dai maiali. Ora, invece, fonte di preoccupazione sono i gatti.
Tutto è partito da uno studio condotto da un gruppo di scienziati thailandesi publicato su Emerging Infectious Diseases. La ricerca dimostra che è possibile – ed è avvenuto – il passaggio del Covid da un gatto a una persona. Secondo il professor Roberto Burioni – virologo presso il San Raffaele di Milano – si tratta di una novità molto importante perché, non esistendo un vaccino per gli animali, non sarà mai possibile mettere la parola fine alla pandemia di Covid che ci ha stravolto le vite per due anni. In pratica anche vaccinando l’umanità intera continueremo a contagiarci se anche gli animali – e, specialmente gli animali domestici – possono trasmettere il virus all’uomo. Capua ha spiegato che i rischi nascono quando un virus diventa endemico in altre specie animali e può mutare, per poi tornare all’uomo. Il caso del gatto che infetta l’uomo – ha puntualizzato – è piuttosto raro e non c’è da avere eccessivo timore. Tuttavia può succedere quando esseri umani e felini vivono quotidianamente a stretto contatto. “Il gatto ha preso il virus dall’homo sapiens e lo ha ritrasmesso con uno starnuto. Che i gatti potessero infettarsi lo sapevamo perché anche i grossi felini, sia tigri che leoni, hanno preso il virus. Chiaro che se un felino si infetta e vi è intensa replicazione virale in corso ti puoi prendere l’infezione, soprattutto se dorme sul tuo cuscino” – le parole della virologa al Corriere della Sera.
L’esperta ha precisato che il Coronavirus infetta ben 50 specie animali ma, nella maggioranza dei casi, diventa autolimitante e si estingue senza portare a grosse conseguenze. Tuttavia possono esserci situazioni in cui, invece, il virus diventa endemico all’interno di una specie animale e poi fa il salto e arriva fino alla specie umana con conseguenze imprevedibili. “Dobbiamo aspettarci che gli animali si infettino e dobbiamo stare attenti perché il problema è che se il virus si endemizza in una popolazione di animali, a quel punto si potrebbero selezionare virus antigenicamente diversi e potrebbero anche essere più aggressivi.È accertato che i cani lo hanno preso, come anche gli ippopotami e i criceti. I cervi con il virus sono stati trovati in oltre venti Stati americani. E almeno in un caso è stato accertato il successivo passaggio dal cervo all’uomo” – ha concluso Capua
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