Il generale Marco Bertolini, si afferma contrario alla spedizione di armi a Kiev.
“No all’invio di nuove armi all’Ucraina. Stiamo trasformando la guerra in un Afghanistan europeo” dice Bertolini in un’ intervista.
“Voterei di non inviare armi. Facendolo infatti alimenteremmo una guerra che sta diventando un Afghanistan europeo e che causerà povertà al nostro continente e in particolare all’Italia.” Il generale, lancia l’allarme sul rischio di un prolungamento del conflitto e invita l’Italia a svolgere il suo “ruolo storico”, quello di mediatrice tra le parti. “Bisogna, invece, che l’Europa e il nostro Paese esercitino tutto il loro “soft power” per portare i contendenti al negoziato. Questo non è possibile se si continua ad illudere Kiev che avrà tutto il nostro appoggio di qui in avanti, senza se e senza ma. Vorrei essere chiaro: l‘Ucraina non è in condizione di vincere questa guerra se non grazie all’intervento diretto della NATO, circostanza che renderebbe imprevedibile l’esito del conflitto.- Ha continuato.- Noi italiani a parole siamo interventisti, nei fatti gli aiuti militari che abbiamo fornito sono stati scarsi. D’altronde è giusto così, visto e considerato che il nostro arsenale è molto povero da decenni. Stiamo creando le condizioni per un Afghanistan europeo, per adesso con sangue ucraino e russo. Andando avanti chissà cosa potrebbe accadere…
Il generale ha successivamente sottolineato l’importanza del ruolo dell’Italia come mediatrice di pace nel tempo: “..Nonostante non fosse una grande potenza militare, nelle missioni di pace a cui abbiamo preso parte i nostri soldati hanno sempre ottenuto risultati importanti con un uso minimo della forza, a differenza di altri. Questo accadeva perché con gli italiani era possibile dialogare da parte di tutti. Ora il nostro Paese sembra aver rinunciato a questo suo ruolo storico: siamo diventati una delle tante voci dello stesso coro bellicista. Ma per questa guerra Bertolini ammette la difficoltà dell’Italia nel poter essere una mediatrice di pace: “Non credo che ora come ora ci sia la possibilità di un accordo tra Russia e Ucraina, ma anche se dovesse accadere come potremmo svolgere quel ruolo di controllo avendo armato per mesi le forze armate di Kiev? Non sarebbe possibile per l’Europa svolgere nessun ruolo super partes. L’Europa è giustamente molto preoccupata. Come accaduto in Libia e Afghanistan quelle armi non rimarranno confinate in Ucraina. Per questo motivo, credo che le nostre forze di polizia dovrebbero aumentare sensibilmente i controlli. Armi e combattenti saranno in futuro un serio problema per l’Europa.” Conclude.
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