C’è chi si lamenta per i prezzi troppo alti e chi, al contrario disprezza gli scontrini troppo bassi. Flavio Briatore torna a far discutere con le sue affermazioni sulla pizza napoletana.
Da mesi assistiamo a clienti che lamentano di pagare prezzi assurdi per caffè, cappuccini, spremute. A Venezia, addirittura, una signora si è trovata a pagare 24 euro per due caffè consumati al banco. Mai era successo di leggere che qualcuno si lamentasse per i prezzi troppo bassi. Mai finché in campo non è sceso Flavio Briatore con i suoi nuovi locali: i Crazy Pizza.
A Milano e a Roma già spopolano e trovare un tavolo il sabato sera è praticamente impossibile nonostante la pizza sia sottilissima e una semplice margherita costi non meno di 15 euro. Criticato aspramente per i prezzi ritenuti eccessivi, Briatore non ha tardato a rispondere ai suoi detrattori. Di recente l’imprenditore cuneese si è messo davanti al cellulare e ha girato un video dall’intento chiaramente provocatorio ma con il quale tuttavia, ha voluto lanciare un messaggio ben preciso: un prodotto di qualità non può costare troppo poco. “Ma per tenere i prezzi così bassi, per vendere una pizza a 4 euro, che ingredienti usate?” – le parole di Briatore il quale, nemmeno troppo velatamente, ha voluto far intendere che, chi fa pagare una pizza 4 euro, non può usare materie prime di alta qualità.
Briatore inizia parlando della pizza più costosa sul menù del suo locale, quella che vede fra gli ingredienti il prosciutto iberico Pata Negra. Può arrivare a costare diverse decine di euro. Conti alla mano l’imprenditore spiega che il prosciutto Pata Negra costa 300 euro al kg, i pelati costano 4 euro al kg, la mozzarella di bufala 15 al chilo, la nostra farina 1, 50 al chilogrammo. Pertanto, a suo dire, il modico prezzo di oltre 60€ è giustificato dagli ingredienti utilizzati e prosegue soffermandosi anche sul costo di affitto, bollette e personale da stipendiare: “Io chiedo come fanno a vendere una pizza 4-5 euro? Cosa ci mettono dentro questi signori? Pagano stipendi, affitti, ingredienti, gas, luce, ammortamenti… o ne vendi 50mila o ci sta qualcosa che non capisco. Il ragionamento normale è che noi continuiamo a dare un prodotto di altissima qualità ai clienti…quando in Italia hai successo trovi questa rabbia contro il successo, il rancore. Perché. l’Italia è rancorosa e gelosa. Voglio proprio vedere quelli dei 4 euro a pizza quante ne fanno. Io sono un genio e loro…”.
A rispondere a Briatore non ci ha pensato un attimo uno dei “mostri sacri” della pizza, il partenopeo Gino Sorbillo che vanta, tra le altre, tre pizzerie sotto la Madonnina. Sorbillo ha sempre mantenuto prezzi nella media pur offrendo un prodotto eccellente. Il famoso re della pizza napoletana ha risposto al manager: “Se volessi aggiungere caviale o Pata Negra non avrei problemi ma non lo faccio per non snaturare l’identità popolare della pizza. Da me deve poter venire anche lo studente, il pensionato o il disoccupato. Non ci basiamo sulle amicizie di persone facoltose come Briatore”