Cosa comporta un’eventuale carenza di vitamina D? Scopriamo insieme le possibili patologie ad essa correlate.
La principale fonte di vitamina D in natura è costituita dalla luce solare, per questo motivo – la maggior parte delle persone può correre il rischio di esserne carente. Per poterne assorbire la giusta quantità infatti, occorre esporsi per almeno due ore durante la stagione invernale, e per minimo 20 minuti nei mesi più caldi. Ma qual è il compito della vitamina D e perché è così importante?
Prima di tutto, la vitamina D consente alle ossa di assorbire il calcio che integriamo nel corpo, favorendo un rafforzamento dell’intero scheletro e della sua stessa struttura. Come se non bastasse, essa influenza positivamente il sistema nervoso e regola la stabilità emotiva, contribuendo al contrasto di stress, ansia e cattivo umore. Sostanzialmente, si tratta di una vitamina fondamentale che contribuisce al benessere fisico e psicofisico nella sua totalità. Di conseguenza, esserne carenti può comportare problemi abbastanza gravi, soprattutto se tale carenza si verifica in tarda età. Approfondiamo insieme l’argomento nel prossimo paragrafo.
Vitamina D: patologie correlate alla carenza vitaminica
Data l’importanza della vitamina D per il corretto funzionamento dei sistema nervoso, recenti studi hanno evidenziato come un’eventuale carenza può essere correlata all’insorgenza di malattie degenerative. Stiamo parlando ad esempio dell’Alzheimer, ma anche della demenza e del rischio di ictus.
I dati raccolti hanno portato alla luce la possibilità di prevenire le malattie neurodegenerative attraverso l’assunzione di integratori di vitamina D: parliamo di una percentuale di correlazione pari al 17%. Inoltre, lo studio ha confermato una corrispondenza tra volumi celebrali inferiori (quindi rischio ictus e demenza) e scarso apporto quantitativo di vitamina D nel corpo.
“In alcuni contesti, in cui la carenza di vitamina D è relativamente comune, i nostri risultati hanno importanti implicazioni per i rischi di demenza” – sono state le parole dei ricercatori della National Health and Medical Research Council – “in questa popolazione del Regno Unito abbiamo osservato che fino al 17% dei casi di demenza sarebbe potuto essere evitato aumentando i livelli di vitamina D“.
La correlazione tra carenza di vitamina D e insorgenza di malattie neurodegenerative necessiterà di ulteriori esperimenti, analisi e ricerche prima di diventare una teoria medica comprovata a tutti gli effetti. Tuttavia, dai dati raccolti fino ad ora è possibile sperare in una possibile cura futura contro le malattie del cervello.