Non ci sono buone notizie per chi ha deciso di effettuare i lavori nella propria casa e usufruire del famoso bonus
Il Superbonus 110% è stato probabilmente uno dei bonus più controversi e contorti degli ultimi anni repubblicani. Sì, perché, dopo le polemiche iniziali promosse da varie forze politiche, il cambio delle norme in corsa e l’accusa, anche a livello europeo, di spreco di denaro pubblico, arriva un’ulteriore cattiva notizia.
Ci sono, infatti, brutte notizie per coloro che hanno deciso di effettuare lavori nella propria casa e usufruire del famoso bonus. In questo articolo ti spieghiamo cosa succede con il Superbonus e perché non ci sono buone notizie.
Dopo le polemiche e le accuse di spreco di denaro pubblico e di possibili frodi miliardarie, il Superbonus è andato in contro a modifiche anche piuttosto importanti. A giugno, infatti, sono stati effettuati chiarimenti riguarda il tema della cessione del credito e la piattaforma dedicata alla trasmissione.
Le novità introdotte dal Decreto Sostegni ter hanno apportato due importantissime novità. La prima era relativa al divieto di cessioni parziali successive per la cessione dopo il 1° maggio, mentre a seconda consisteva nella possibilità di effettuare massimo 2 cessioni dei crediti d’imposta dopo la prima.
Dunque, le società e le banche appartenenti allo stesso gruppo bancario potranno cedere il credito a clienti privati. Per quest’ultimi dovrà risultare aperto e attivo un conto corrente con la banca cedente, mentre i clienti professionali non potranno cedere ulteriormente il credito.
Il termine di comunicazione di cessione del credito è stato fissato da Agenzia delle Entrate al 16 marzo dell’anno successivo a quello di maturazione. Riguardo le comunicazioni sui crediti dal 1° maggio 2022, queste dovranno includere l’intenzione di voler ottenere la compensazione.
Tuttavia, non ci sono buone notizie da parte delle banche: negli ultimi giorni Banca Intesa sta inviando una comunicazione ai propri clienti riguardo la propria impossibilità di accogliere i crediti. Secondo le norme, infatti, non è possibile per gli intermediari avere più crediti edilizi rispetto a quanto è possibile compensarne.
Dunque un ulteriore chiaro segnale di un fallimento di questo bonus che, anziché rilanciare un settore in difficoltà come quello edilizio, sembra averlo rallentato e ulteriormente burocratizzato.
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