Ultimamente, soprattutto i giovani che hanno terminato il loro ciclo di studi, decidono di essere liberi professionisti, oppure lavoratori autonomi o addirittura dei piccoli imprenditori.
Molti decidono anche di lavorare con Partita IVA dato che non è sempre facile trovare un impiego con contratto a tempo determinato o indeterminato.
I parametri da considerare
Circa l’apertura della Partita Iva bisogna considerare quando è obbligatorio il percorso ai fini fiscali e soprattutto quale regime scegliere, che sia più vantaggioso e che permetta di pagare meno tasse.
Fondamentale da precisare è che esiste una soglia di ricavi o di compensi annui oltre la quale le attività svolte dal lavoratore autonomo non possono più essere eseguite senza la partita IVA. Si tratta di 5.000 euro lordi all’anno che sono il compenso massimo per coloro che svolgono un’attività di prestazione occasionale.
La Partita Iva deve essere aperta quando si superano i 5000 euro lordi all’anno. Circa l’opzione di pagare meno tasse, rispetto a un regime fiscale ordinario, ci sono le partite IVA a regime forfettario a cui si può aderire con delle specifiche caratteristiche.
Nel momento in cui si apre la Partita IVA si può aderire al regime forfettario ma i compensi e i ricavi nel corso dell’anno non devono superare la cifra di 65.000 euro.
Inoltre il costo annuo, per il lavoro dipendente non deve superare i 20.000 euro dato che il regime forfettario prevede il pagamento sul reddito imponibile di una tassa piatta al 15%. La flat tax, sostituisce non solo l’IRPEF, ma anche l’IVA.
Un piccolo inciso: la flat tax (letteralmente tassa piatta, calcolata come percentuale costante) è un sistema fiscale non progressivo, basato su un’aliquota fissa, al netto di eventuali detrazioni o deduzioni fiscali.
Da precisare che sia se si sceglie il regime forfettario o il regime fiscale ordinario, la Partita IVA si può aprire online ed è gratis. Basta entrare nel sito della Agenzia delle Entrate e seguire le linee guida.