Un annuncio di lavoro che ha già quello di un imprenditore veneto che cerca solo commesse molto giovani e non sposate.
Finita la pandemia e lo Stato di Emergenza, le attività ristorative e commerciali hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo. Non solo i ristoratori cercano cuochi e camerieri senza trovarli; anche i titolari dei negozi, spesso, devono affrontare difficoltà non da poco.
Se i ristoratori, talvolta, vengono accusati di pagare troppo poco, alcuni imprenditori vengono accusati di fare una selezione che discrimina. E’ capitato a Mario Dal Sasso, titolare di un negozio di abbigliamento di Asiago, in provincia di Vicenza. L’uomo già tempo fa era stato multato per 7000mila euro. Tuttavia Dal Sasso non molla e, a distanza di tempo, è tornato ad esporre nella vetrina della sua boutique lo stesso cartello nel quale si ricercano esplicitamente commesse con determinate caratteristiche: molto giovani – precisamente 18enni – e senza impegni familiari. Poco più di un mese fa lo stesso cartello era stato esposto nella vetrina dell’esercizio commerciale di piazza II Risorgimento. Si era alzato un polverone che aveva innescato reazioni politiche e sindacali, fino all’intervento dell’ispettorato del lavoro di Vicenza, che aveva comminato una sanzione non da poco all’80enne commerciante in violazione dell’articolo 27 del Codice delle Pari Opportunità.
L’imprenditore non si è lasciato mettere all’angolo e ha rimesso in bella mostra lo stesso annuncio convinto di essere dalla parte della ragione. L’uomo, infatti, ha spiegato alla stampa locale: “Sono un libero professionista che non dipende da alcun sindacato e che ha il diritto di fare ciò che vuole nella propria azienda. Il cartello non offende nessuno, non è in alcun modo denigratorio bensì chiaro nella figura che stiamo cercando di inserire nella nostra attività”. L’Amministrazione comunale di Asiago, per il momento, cerca di restare fuori dalla vicenda, confidando che Dal Sasso, prima o poi, si stanchi di prendere multe e si decida a modificare l’annuncio di lavoro. Stessa strada stanno seguendo le associazioni di categoria e il comparto turistico che, fino ad oggi, sono rimasti a guardare. Si è, invece, espressa Grazia Chisin, dello sportello delle politiche di genere della Uiltucs-Uil di Vicenza che ha puntualizzato che nemmeno un libero professionista può considerarsi del tutto libero di decidere chi assumere nella sua attività: “Non è proprio come pensa il commerciante riguardo alla libertà di assunzione. L’azienda può assumere chi vuole però facendo attenzione a non violare il Codice delle Pari Opportunità, nel quale vengono citati i divieti di discriminazione nell’accesso al lavoro fondati sul sesso o attraverso il riferimento allo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza, nonché in modo indiretto attraverso meccanismi di preselezione a mezzo stampa o con qualsiasi altra forma pubblicitaria che indichi come requisito professionale l’appartenenza all’uno o all’altro sesso. Pertanto l’azienda può esporre direttamente il cartello di ricerca di personale facendo riferimento ad ambo i sessi per poi passare alla selezione dello stesso: un percorso che rispetta il Codice delle Pari Opportunità e permette pari dignità di accesso al lavoro per chi è interessato a candidarsi” – ha precisato la donna