Sulla tragica vicenda di Soliera interviene la madre di Monica Santi, la babysitter che ha lanciato dalla finestra Tommaso, il bambino di cui si occupava.
Da un lato ci sono due genitori che hanno rischiato di perdere il loro bambino di 13 mesi lanciato dalla finestra dalla babysitter, la donna a cui lo avevano affidato e di cui si fidavano. Dall’altro lato c’è un’altra madre, la madre di Monica Santi – la babysitter 32enne responsabile del folle gesto – che, nonostante tutto, cerca di difendere la figlia.
La donna, parlando con il legale della difesa, l’avvocato Francesca Neri, ha asserito: “Era una ragazza sola ma è sempre stata una brava ragazza, me l’hanno rovinata“. Al momento la 32enne di Carpi – Modena – è accusata di tentato omicidio. La madre chiede di potere andare a trovarla in carcere: è la sua unica figlia. Nel 2015 Monica Santi si era laureata in Economia, era rimasta a Modena, vicino ai suoi genitori con un lavoro da segretaria contabile che però si interruppe in modo burrascoso A gennaio aveva iniziato a lavorare come babysitter presso la famiglia di Soliera. Secondo la mamma a Monica piaceva fare quel mestiere, cercava di fare del suo meglio, addirittura a volte le telefonava per chiederle consigli su come accudire meglio il bambino.
Eppure il ritratto che emerge della 32enne è ben diverso da quello descritto dalla madre. Dopo aver gettato il piccolo dalla finestra, la donna sarebbe rimasta a lungo dalla finestra a fissare il corpo del bambino a terra. Una volta scesa al piano inferiore, la collaboratrice domestica avrebbe sentito la Santi dire: “Adesso il bambino è libero“. In quel momento era priva di ogni sentimento, immobilizzata. Dopo l’arresto è sempre parsa confusa e ha ammesso: “Sono stata io a lanciarlo fuori dalla finestra. Non so perché l’ho fatto. Ero in uno stato di catalessi, mi sentivo soffocata. Sono disperata». Sarà ora necessaria una perizia psichiatrica. Stando alle parole dell’avvocato Neri, nel momento in cui ha lanciato il bimbo dalla finestra, la ragazza si trovava in una realtà parallela. Intanto il bambino – ricoverato in rianimazione all’ospedale Maggiore di Bologna – non è più in pericolo di vita.
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