Bisogna prestare molta attenzione al modo in cui si dorme, dato che la nostra posizione potrebbe innescare anche delle malattie importanti. Entriamo nel dettaglio.
Purtroppo non esiste una vera e propria cura per questa malattia neuro degenerativa, ma il ruolo del cervello in fatto di smaltimento è molto importante. Cerchiamo di capirne qualcosa di più.
Cosa ha stabilito la ricerca
La ricerca ha puntato il dito sulla eliminazione dei rifiuti cerebrali, per ridurre il rischio di ammalarsi di malattie neurodegenerative.
Tre sono le malattie importanti che causano un vero e proprio degeneramento sia cognitivo che fisico e stiamo parlando del Parkinson, Alzheimer e Sclerosi Multipla. Ovviamente più l’ età avanza e maggiore è l’incidenza di queste malattie sul cervello.
Lo studio ha messo in evidenza che all’interno del nostro organismo si formano delle vere e proprie lunghe catene proteiche, fondamentali nella creazione di anticorpi, che hanno un ruolo capillare contro le infezioni a supporto delle cellule.
Succede che questa catena può fare degli errori e quindi le proteine si compattano e formano dei veri e propri scarti. Bisogna puntualizzare che la malattia neuro degenerativa si manifesta dopo questi processi.
La ricerca si è focalizzata proprio sul rallentamento di queste proteine di scarto che sono alla base delle malattie di cui sopra. Lo studio ha stabilito che il sistema glinfatico rimuove gli scarti dal cervello, tra cui anche quelle proteine che sono tossiche.
La fase del sonno è importante dato che durante quelle ore c’è la distribuzione dei composti essenziali per il nostro cervello ed è fondamentale per eliminare proprio le tossine. Ecco perché il sonno è vitale per tutti gli essere viventi, uomini e animali.
Sappiamo tutti che con l’aumentare dell’età il sonno diminuisce e quindi salgono i rischi di malattie neurodegenerative. Se si dorme poco o male accade che si verifica quell’ aumento dell’accumulo di proteine di scarto tossiche nel cervello.
È il sonno profondo a “ripulire” il cervello – https://t.co/BC46bOHnGT – #sonno #sistema glinfatico
— leggosalute (@leggosalute) March 11, 2019
A questo punto gioca un ruolo molto importante anche la posizione del sonno. Sempre la ricerca ha stabilito che è consigliabile dormire in posizione laterale, rispetto alla posizione sulla schiena o sdraiata in avanti. Soprattutto è una questione di allungamento dei tessuti.
Non solo il sonno ma anche l’assunzione degli omega 3 riduce notevolmente l’ammalarsi di quelle malattie neurodegenerative. Bisogna fare attenzione anche all’eccessivo consumo di alcol. Fondamentale è praticare anche dell’esercizio fisico.