Vaiolo delle scimmie, i casi triplicheranno pensiamo ai vaccini, dice Matteo Bassetti

Il vaiolo delle scimmie fa tremare gli esperti del nostro Paese: l’infezione, infatti, sta prendendo piede anche in Italia.

I casi di persone infette da vaiolo delle scimmie aumentano: dopo i tre contagiati ricoverati allo Spallanzani di Roma, è risultato positivo anche un 32enne di Arezzo, in Toscana. Sulla questione è intervenuto il professor Matteo Bassetti, direttore della Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova.

ANSA/LUCA ZENNARO

Già qualche giorno fa il medico aveva messo le mani avanti sostenendo che, a breve, conteremo migliaia di casi di vaiolo delle scimmie. Intervistato da Money, l’infettivologo genovese ha dichiarato: “Il vaiolo delle scimmie, isolato per la prima volta nel 1958, è un virus che colpisce non solo le scimmie, ma anche altri primati e roditori. Negli anni 70 viene descritta anche la versione umana, con la trasmissione da animale a uomo. E adesso l’ultimo salto uomo-uomo. I due focolai segnalati finora sono la sauna a Madrid e il Gay Pride a Gran Canaria“. Il medico ha spiegato che i sintomi a cui prestare particolare attenzione sono febbre, mal di testa, stanchezza, linfonodi ingrossati vicino alla sede delle lesioni. E, soprattutto, la spia che deve far scattare l’allarme sono le lesioni cutanee. Curioso anche il metodo di trasmissione. Bassetti ha puntualizzato che la trasmissione del vaiolo delle scimmie può avvenire attraverso il contatto con le lesioni o attraverso rapporti sessuali non protetti. Infine veicolo prediletto da questa infezione è anche la saliva. quindi anche con un contatto sessuale.

C’è da preoccuparsi? La maggior parte della popolazione non è stata immunizzata contro il vaiolo in quanto il vaccino venne abolito nel 1981. l’esperto precisa che il vaiolo delle scimmie è molto meno pericoloso rispetto al vaiolo tradizionale: quest’ultimo ha un tasso di mortalità che può arrivare anche al 30% mentre quella del vaiolo delle scimmie non supera l’1%. Tuttavia Bassetti raccomanda la vaccinazione e l’isolamento: “Non c’è un’emergenza, ma i numeri cresceranno. Nelle prossime settimane avremo molti più casi. Nei prossimi 15 giorni i casi triplicheranno. È necessario dunque contenerne la diffusione, attraverso l’isolamento in casa o in ospedale dei contagiati. Il vaccino contro il vaiolo offre l’85% di copertura dal contagio e un’ottima copertura contro la malattia grave. Se il numero dei casi dovesse aumentare, si potrebbe ragionare sulla strategia vaccinale da seguire“. Infine l’infettivologo del San Martino spiega che se, d’un tratto, assistiamo al ritorno di virus che pensavamo superati o all’arrivo di virus del tutto nuovi come il Covid il problema è che la medicina, negli ultimi anni, ha puntato poco sullo studio delle infezioni. In tal senso il Coronavirus è stato un bene, secondo il medico, perché ha riportato l’attenzione sui virus e sul loro studio

 

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