Un omicidio efferato, una follia che si è trasformata in rabbia e ferocia. I due vivevano assieme da anni, stavano preparando la cena quella sera.
E’ la sera del 20 dicembre 2020 quando a Pedrengo, in provincia di Bergamo, Giuliano Mascheretti – ex professore di anni 73 – è stato ucciso da oltre 80 martellate. Esattamente come il povero Giovanni Finotello, anche Mascheretti è stato massacrato con una ferocia tale da non lasciare scampo all’anziano.
Nessun ladro, nessun estraneo: ad uccidere l’uomo fu la cugina, la 63enne Eliana Mascheretti. Per il consulente della difesa, lo psichiatra Luigi Tentori, in quel momento la donna era del tutto incapace di intendere e volere: dissociata dalla realtà. In aula di Corte d’Assise, davanti alla giuria popolare Eliana – attualmente ai domiciliari – ha sostenuto che non era sua intenzione uccidere il cugino: 80 martellate ma non voleva ucciderlo. “Volevo punire mio cugino, ma non ucciderlo. Altrimenti avrei potuto colpirlo con uno dei pesi che usava per fare ginnastica. Oppure usare un coltello” – le parole della donna. I due cugini vivevano assieme dal 2015 nella villa dei genitori dell’imputata, in via Camozzi a Pedrengo. Giuliano, prima di allora, era ricoverato in una Rsa: non aveva più una casa, aveva depredato il suo patrimonio per via di persone che avevano approfittato di lui. Eliana, impietosita, lo aveva invitato a stare da lei ma una volta iniziata la coabitazione si era ben presto resa conto di tutti i debiti accumulati da Giuliano, a partire dalle innumerevoli multe non pagate: “Ho poi scoperto che aveva ancora debiti non sanati, come quelle 600 multe dell’Atb perché non pagava il biglietto del tram. Mi mentiva” – ha spiegato l’anziana. Allora scoppiavano le liti. Ma poi la situazione tornava normale.
Il giorno dell’omicidio i due erano andati al cimitero e poi a bere un aperitivo con un parente. Alle 16 erano tornati a casa dopo aver fatto la spesa per il cenone. Stavano preparando la cena quando, intorno alle 20, a Giuliano venne l’idea di scendere in città per vedere le luminarie natalizie. Eliana non ne aveva voglia e allora l’ennesima lite tra cugini. Giuliano ha iniziato ad aggredire verbalmente la donna e poi è andato in bagno. Eliana lo ha raggiunto e lo ha aggredito con il martello e lui – stando al racconto della 63enne – non sarebbe morto subito ma le avrebbe dato una manata sulla faccia: “Sono volate delle parole. Poi lui è andato in bagno, l’ho raggiunto, e c’è stata la colluttazione. Sono andata in cucina e ho preso il martello e l’ho colpito. Lui mi ha dato una manata sulla faccia”. Dopo la colluttazione tutto sarebbe tornato alla normalità: Eliana dice di aver soccorso il cugino, di avergli dato due Oki e averlo messo a letto. A un certo punto la vittima le chiede di andare di nuovo in bagno, Eliana lo mette su una sedia a rotelle. Al cugino ciondola la testa, e solo a quel punto lei si rende conto che è morto. Il pm incalza: “Perché non ha chiamato i soccorsi?”. Risposta: “Ho sbagliato. Ho perso la testa“. L’8 luglio la sentenza.
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