“Sono stato io, non ne potevo più di vivere con quei pochi soldi a disposizione”, avrebbe confessato agli agenti nei momenti immediatamente dopo il fermo. Ora Alberto si trova in un reparto protetto del carcere a Marassi. È accusato di omicidio volontario premeditato aggravato. L’uomo, come hanno ricostruito gli inquirenti, era disoccupato da gennaio e avrebbe ucciso la sorella dopo averle chiesto soldi per l’ennesima volta. L’ aveva inizialmente pressata mandandole continui messaggi su Facebook e altri social: a quanto pare Alice era l’unica ad averlo aiutato economicamente, ma negli ultimi tempi avrebbe smesso di sostenerlo. I rapporti tra i due infatti erano tesi da tempo. Non c’era nulla però che facesse presagire una tragedia simile.
Inoltre, nell’ultimo periodo Alberto era seguito per problemi psichici e di alcol e nelle ultime settimane soffriva di “una forma di mania persecutoria”: sui social aveva scritto di essere convinto che qualcuno lo spiasse e di aver fatto “bonificare il suo appartamento a Sampierdarena da eventuali microspie”. Una settimana fa aveva condiviso una foto con una mazza da baseball e un coltello.
Tuttavia, non aveva nessun precedente e nessuna segnalazione in procura per stalking, minacce o altro che avrebbero potuto far scattare il divieto di avvicinamento ai familiari. Agli atti però risultano un intervento della Polizia venerdì prima dell’omicidio, quando avrebbe cercato di dare fuoco alla porta di casa della nonna. “Mi aveva chiesto soldi, ma non glieli avevo dati”, ha raccontato l’anziana agli inquirenti.