Donare regolarmente il sangue, oltre ad essere moralmente giusto, può darti dei vantaggi che non immaginavi prima: ecco quali sono.
Spesso vediamo nelle nostre piazze, accanto alle scuole o all’entrata dell’Università le classiche postazioni allestite da Associazioni come l’Avis per le donazioni e raccolta di sangue. Si tratta di un modo molto altruista e utile per donare scorte di sangue alle strutture sanitarie.
Il gesto della donazione del sangue, infatti, è largamente diffuso e ben visto nella società (anche se in molti hanno ancora timore comprensibili). Donare il sangue, oltre ad essere moralmente giusto, in quanto può contribuire letteralmente a salvare delle vite, può dare dei vantaggi che non immaginavi prima: ecco quali sono.
Come già detto anticipatamente, il gesto del donare il sangue è un contributo fondamentale nel salvare vite e garantire alle strutture sanitarie del nostro Paese scorte sufficienti per ogni evenienza. Non tutti sanno che donare il sangue, oltre ad essere un aiuto fondamentale per coloro che necessitano di una trasfusione, comporta numerosi vantaggi anche per chi compie questo gesto di generosità.
Secondo un recente studio, infatti, donare il sangue con frequenza contribuirebbe a ridurre la quantità di PFAS presente nel sangue. Si tratta di sostanze perfluoroalchiliche presenti in numerosi oggetti che utilizziamo ogni giorno, come ad esempio i capi d’abbigliamento o il sapone, ma anche stoviglie e vernici, che possono essere dannose per la nostra salute.
Queste sostanze chimiche, infatti, possono rappresentare un pericolo in quanto sono coinvolte nello sviluppo di forme tumorali. A rendere maggiormente pericolose queste sostanze vi è il fatto che non si degradano in tempi relativamente brevi, in quanto riescono a sopravvivere anche per molti anni accumulandosi nell’ambiente.
I ricercatori hanno testato il 285 vigili del fuoco (che per via del loro lavoro sono particolarmente esposti agli PFAS) regolari donatori di sangue. Una parte dei pompieri ha donato il sangue ogni 12 settimane, mentre un’altra parte non lo ha fatto. I risultati delle analisi hanno mostrato come i vigili del fuoco “donatori” avevano livelli di PFAS molto minori rispetto al gruppo dei non donatori.
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