Dopo i consigli per Natale arrivano, immancabilmente, i consigli dei medici per Pasqua. Il Covid, purtroppo, non è ancora un lontano ricordo.
Il Natale è passato ma il Covid ancora no. Almeno non secondo i medici che, in previsione della Santa Pasqua, tornano a parlare in radio e tv per non lasciarci mai senza i loro consigli.
Una delle raccomandazioni più strane giunge dal professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi. Il medico, settimane fa, aveva predetto una Pasqua con oltre 100mila casi al giorno e, a suo dire, un fattore potrebbe influire in misura importante sull’aumento dei contagi: la cravatta. Già, il tipico accessorio maschile potrebbe avere un ruolo determinante e segnare il confine tra restare negativi o prendersi il virus. Infatti Pregliasco, da ormai due anni, ha rinunciato alla cravatta. Intervistato da Un giorno da Pecora su Rai radio 1, ha spiegato il perché: “La cravatta? Oggi non la porto e c’è un motivo: la cravatta raccoglie germi ed è vettore di possibili infezioni, in luoghi come gli ospedali in questo periodo non andrebbe usata E appartiene anche ad uno stile vecchio, ormai superato” – le parole dell’esperto. Non solo di virus ma, a quanto pare, pure di moda.
Cosa non passa mai di moda, di contro, la mascherina. Secondo l’ultima ordinanza del Governo, a partire dalla fine di aprile potremo abbandonarla anche negli spazi al chiuso. ma Pregliasco non è d’accordo: la mascherina è come gli occhiali da sole, un ever green che andrebbe indossata sempre, o quasi. “Le mascherine vanno usate quando serve, come gli occhiali da sole. Toglierle dal primo maggio è una scelta impegnativa, aspetterei ancora un po’. Vedremo gli effetti della Pasqua per capire la situazione epidemiologica. A me queste festività un po’ preoccupano, c’è un eccessivo senso del ‘liberi tutti'” – ha ribadito il virologo milanese. Infine, il medico, è tornato a sottolineare che abbassare la guardia ora potrebbe essere davvero rischioso perché le nuove varianti del Covid – XE e XJ – sono più contagiose di varicella e morbillo. E continuano a colpire, nonostante l’altissima percentuale di vaccinati con tre dosi.