Una storia di incredibile crudeltà: un bambino piccolo affetto da autismo bullizzato dalle sue stesse maestre di sostegno. Cose che non vorrebbero mai sentire.
Una mamma racconta il suo dolore nel leggere una chat in cui il suo bambino, affetto da autismo, veniva bullizzato dalle maestre di sostegno che avrebbero dovuto occuparsi di lui. Il bambino, nonostante abbia sei anni, frequenta ancora una scuola materna di Roma. Da quando la mamma è venuta a conoscenza di cosa scrivevano di suo figlio le sue maestre, si rifiuta di mandarlo a scuola e il piccolo, non capendo la situazione, sta soffrendo moltissimo.
La madre non può spiegarli che le sue stesse maestre, coloro che sono pagate per sostenerlo, aiutarlo, stimolarlo, lo definivano “ansia”. La donna, profondamente addolorata ha raccontato: “Ho letto messaggi che mi hanno fatto male: nella chat le maestre chiamavano mio figlio ‘ansia’, scrivevano cose del tipo ‘domani ce tocca, ci faremo sostegno l’un con l’altra’. Soprattutto quando abbiamo avuto il covid erano contente, l’insegnante di sostegno metteva faccine sorridenti informando le altre maestre che eravamo ancora positivi e che quindi il bambino non tornava. Dicevano che le loro giornate cominciavano bene perché mio figlio non c’era“.
La mamma del piccolo è venuta a conoscenza dei messaggi tramite l’ex insegnante di sostegno di suo figlio, che ha terminato l’incarico lo scorso ottobre. L’ex docente era stata inserita in quel gruppo WhatsApp e cos ha potuto leggere quelle frasi scritte contro il bambino. La maestra ha subito avvisato la madre dell’alunno la quale è andata a scuola per chiedere spiegazioni ma, per tutta risposta, ha solo ottenuto silenzio: nessuna spiegazione e nessuna scusa. A scuola sono arrivate le Forze dell’Ordine e la madre del bambino ha deciso di rivolgersi all’associazione ‘La battaglia di Andrea‘, che le ha fornito supporto legale e psicologico. La vicenda è ora in mano all’avvocato Sergio Pisani. La presidente dell’Associazione – Asia Maraucci – ha così commentato questa triste vicenda: “Se tutto ciò fosse vero, sarebbe una cosa gravissima. Siamo certi che la scuola chiarisca la situazione, e soprattutto, siamo certi che gli organi competenti faranno il proprio dovere affinché salti fuori la verità, da una parte o dall’altra, soprattutto per il bene del piccolo. Da parte nostra e da parte del nostro legale Sergio Pisani, c’è tutta l’assistenza alla famiglia”. Purtroppo questo non è il primo caso del genere: qualche mese fa, sempre a Roma, una scuola materna respinse una bambina perché cieca.