Vediamo qualche dettaglio in più sulla fibromialgia: la patologie delle emozioni non espresse, principale causa dei dolori muscolari.
La fibromialgia è una malattia che si traduce in dolori articolari e muscolari persistenti, la cui origine non è riconducibile ad una causa specifica. Generalmente, essa si presenta per ragioni genetiche, infettive, ormonali e – il più delle volte – in seguito ad un trauma fisico e psicologico. E’ proprio per questo motivo che la fibromialgia viene definita la patologia delle emozioni non espresse.
Fondamentalmente, l’essenza della malattia si traduce in una difficoltà nell’affrontare il dolore, spesso infatti quest’ultima insorge nei soggetti che hanno una soglia del dolore molto bassa. Sono le donne ad essere più inclini alla malattia, i cui sintomi sono stanchezza, affaticamento repentino, ansia, cefalea, emicrania, difficoltà a prendere sonno e – ovviamente – dolori costanti su arti e muscoli, in particolare collo, braccia, spalle, anche, ginocchia e parte superiore dei glutei. E’ possibile curarla o prevenirla? Scopriamolo insieme.
Fibromialgia: tutto quello che c’è da sapere
Non conoscendo la natura scatenante della malattia, ad oggi risulta impossibile prevenirla e – nel caso in cui essa si presenti – debellarla nella sua totalità. Esistono dei farmaci atti ad alleviare il dolore e antidepressivi utili di fronte a traumi psicologici ed instabilità emotiva. Tuttavia, nel momento in cui quest’ultima manifesta i primi sintomi, il paziente deve in un certo senso abituarsi ai dolori ed imparare a conviverci.
La diagnosi viene confermata solo se i dolori risultano persistenti per almeno tre mesi e riguardano dagli 11 ai 18 punti di interesse. Con punti di interesse intendiamo i cosiddetti tender points, parti del corpo sensibili agli effetti della fibromialgia e maggiormente inclini alla sensazione di dolore. Tuttavia, prima di confermarne la diagnosi, occorre assicurarsi che i dolori non derivino da altre patologie simili.
In ogni caso, essendo una patologia spesso collegata ad una sofferenza emotiva, la strategia migliore rimane quella di agire su più fattori: non solo sul dolore e sui sintomi debilitanti, bensì anche sulla salute psicofisica del paziente. La maggior parte dei dottori infatti, non si limita a prescrivere semplici farmaci, ma si dedica anche alla cura della stabilità emotiva del paziente.