Biden vuole far fuori Putin: sarà lui il nuovo fornitore di gas in Europa. Ma ci costerà di più

Il presidente americano Joe Biden a fianco dell’Europa per superare la dipendenza dalla Russia per il gas. Gli Stati Uniti hanno garantito una fornitura importante.

Il conflitto bellico tra Russia e ucraina sta avendo ripercussioni importanti in tutta Europa, specialmente per quanto riguarda le forniture di gas. Basti pensare che solo l’Italia dipende almeno al 40% dalla Russia e se Putin chiude i rubinetti in alcun modo sarebbe possibile soddisfare il fabbisogno nazionale di 70 miliardi di metri cubi, secondo le stime degli esperti dell’Eni.

ANSA/Oliver Contreras / POOL

La scorsa settimana è sceso in campo il presidente americano Joe Biden che ha partecipato al Consiglio europeo per fare il punto sulla crisi geopolitica. A Bruxelles la discussione si è incentrata proprio sull’argomento gas perché la crisi energetica è il problema numero uno dell’economia europea in questa fase. Se Putin ci chiuderà i rubinetti, gli Stati Uniti sembrano già pronti a rimpiazzarlo: infatti Biden ha promesso forniture di gas all’Europa per 15 miliardi di metri cubi all’anno e fino a 50 miliardi di metri cubi entro il 2030. Un sospiro di sollievo, certo. Ma non la soluzione sul lungo termine. Lo scorso anno, la Russia ha fornito all’Unione Europea 155 miliardi di metri cubi di gas: circa il 40% delle intere importazioni di quest’ultima. Germania e Italia sono i Paesi più dipendenti dal gas russo. I 15 miliardi di metri cubi dell’America per quest’anno incideranno, quindi, per meno di un decimo delle forniture di gas russo. In poche parole: l’America non potrebbe mai soppiantare la Russia. Anche se l’obiettivo di 50 miliardi di metri cubi per il 2030 venisse raggiunto, resterebbero comunque altri 100 miliardi di metri cubi da acquistare da qualche altra parte. Il nodo cruciale è: dove? L’Italia ha stretto accordi con l’Algeria e la Germania con il Qatar ma difficilmente saranno in grado di aumentare in misura rilevante le rispettive forniture.

C’è un altro problema: il gas americano ci costerà di più di quello russo, si stima circa il 20% in più in quanto giungerà in Europa tramite le navi attraversando l’Oceano Atlantico. Non solo: dall’America il gas arriverà in forma liquida e, pertanto, dovrà essere riportato allo stato gassoso. Dalla Russia, invece, il 90% del gas ci arriva già in forma gassosa. Viaggio e processo di trasformazione dallo stato liquido a quello gassoso comporteranno un sovraprezzo. L’unica strada possibile per l’Italia è quella di diventare una sorta di hub del gas per l’Europa. Nel frattempo, però, i consumi della popolazione dovranno necessariamente scendere per non rischiare una crisi energetica.

 

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