Oltre cinquemila rifugiati provenienti dall’Ucraina nel giro di poco. La Regione Piemonte sta mettendo in campo tutte le misure possibili per accoglierli e farli sentire a casa.
Gli ucraini in fuga dalla guerra che stanno arrivando in Italia stanno superando di gran lunga le stime numeriche prospettate dall’Unione europea all’inizio del conflitto bellico. Solo in Piemonte, per ora, ne sono arrivati oltre cinquemila: 5.204 per l’esattezza.
Di questi 1.953 sono ospitati presso la rete di accoglienza spontanea familiare – il Governo, da settimane, lancia appelli invitando i cittadini ad aprire le porte delle proprie abitazioni – 363 nelle strutture individuate dalla Protezione Civile regionale, 344 nei Centri di Accoglienza Straordinaria e attraverso il Sistema di Accoglienza e Integrazione sotto il coordinamento delle Prefetture. La Regione, pertanto, al fine di accogliere nel migliore dei modi persone in fuga da una guerra, ha predisposto l’attivazione di un Call Center in lingua ucraina. La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra Protezione Civile, Consolato Onorario di Ucraina a Torino e la Onlus Danish Refugee Council Italia. Il numero è 011.4326700 e, a partire dal 22 marzo 2022, sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Nel Call Center saranno disponibili otto operatori di madrelingua ucraina che risponderanno alle richieste d’informazioni da parte sia dei rifugiati sia dalle famiglie piemontesi ospitanti.
Ma non è tutto. Dall’Ucraina, infatti, non stanno arrivando solo adulti ma anche moltissimi minori, spesso anche bambini non accompagnati. La Regione di Alberto Cirio, quindi, al fine di assicurare la continuità scolastica, si è già attivata per rendere celere il percorso per iscrivere i bambini presso le scuole del territorio. Secondo quanto indicato dal Ministero dell’Istruzione, sarà sufficiente che uno dei genitori – o, in assenza, chi ne fa le veci – si rechi presso la segreteria dell’istituto scolastico prescelto con i documenti necessari: documento di identità, codice fiscale, dichiarazione da cui si evinca quale scuola il minore ha frequentato nel Paese d’origine. In questa particolare situazione pandemica sarà necessario presentare anche il certificato di vaccinazione contro il Covid. In mancanza di questa documentazione, il genitore – o il tutore – potrà comunque iscrivere il bambino o il ragazzo a scuola, fornendo un’autocertificazione delle informazioni richieste.
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