Migliaia di profughi in pochi giorni, il Governo non sa dove metterli e chiede agli italiani di aprire le porte di casa

Con l’arrivo in massa dei profughi in fuga dall’Ucraina si presenta anche un’altra emergenza: dove farli vivere dignitosamente. Dal Governo le prime proposte.

ANSA/CIRO FUSCO

Continua il flusso di profughi in fuga dall’Ucraina. Secondo le stime degli esperti dell’ONU l’Italia deve essere pronta ad accoglierne diverse centinaia di migliaia. Al momento – stando alle cifre comunicate dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – sono due milioni i profughi ucraini già fuggiti: per lo più sono donne e bambini. E questi ultimi, purtroppo, sono per la maggior parte senza genitori, senza nessuno che si prenda cura di loro. In Italia ne sono arrivati quasi 30mila in pochi giorni. Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese rivendica il ruolo dell’Italia in termini di aiuti e accoglienza. Proprio ieri, tuttavia, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha puntualizzato che, guerra o no, i profughi o accettano di vaccinarsi o dovranno sottoporsi ad un tampone ogni due giorni. Non è stato precisato chi, nel caso, pagherebbe i tamponi trattandosi di persone rimaste senza nulla.

Con l’arrivo dei profughi si presenta un enorme problema: dove farli vivere in modo dignitoso? Nelle maggiori città come Milano e Bologna i primi cittadini stanno lanciando appelli agli italiani ad aprire le porte delle loro case. Per il momento chi ha amici o familiari in Italia si fa ospitare da loro ma è necessario trovare una soluzione per fare fronte a questa emergenza. Il capo del Viminale ha spiegato che una possibile soluzione sarà quella di utilizzare gli immobili confiscati alla criminalità organizzata. I beni gestiti dall’Agenzia individuati che potranno essere utilizzati sono 283, mancano solo le necessarie verifiche di idoneità che spettano ai prefetti. La guerra tra Russia e Ucraina, le sanzioni alla Russia da parte dell’Europa stanno avendo ripercussioni economiche molto pesanti anche sul nostro Paese a partire dall‘impennata dei prezzi della benzina. Per questa ragione lungo tutto lo Stivale ci sono state mobilitazioni da parte degli autotrasportatori, per smuovere il Governo a fare qualcosa. ma il Governo, per il momento, sembra non essere orientato verso quella direzione. Lamorgese, infatti, si è limitata a commentare: “Bisogna proteggere la continuità dei servizi pubblici essenziali, compreso quello dell’approvvigionamento delle merci“. Presto potrebbero esserci sempre meno merci con cui rifornire il paese: Vladimir Putin ha già annunciato lo stop alle esportazioni di fertilizzanti e cereali.

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