L’Alzheimer, una forma di demenza prevalente, continua a essere una malattia i cui segreti sono ancora da svelare da parte della scienza. Fin da giovani è importante fare qualcosa. Fondamentale è la prevenzione.
La scienza deve ancora rivelare le tante incognite che ci sono ancora dietro a questa malattia molto comune. Si tratta di un vero e proprio decadimento cognitivo, che colpisce il cervello.
Dal 14 al 20 marzo si terrà la settimana mondiale del cervello dove saranno protagoniste le stagioni del cervello. I ricercatori della Società Italiana di Neurologia ne conducono da sempre le ricerche. Gli studi affermano che è importante una prevenzione già in età giovane. Pur essendo l‘Alzheimer molto comune in età avanzata fondamentale è la prevenzione a qualsiasi età.
Cecilia Bruni, presidente della SINdem ossia la Società Italiana di Neurologia per le Demenze afferma che l’avanzare dell’età non è sempre correlata all’Alzheimer, proprio perché anche i giovani ne possono essere affetti.
La malattia colpisce anche fasce più giovani. Cosa fare per la prevenzione.
Il cervello è un organo fondamentale per il nostro organismo ed è importante avere delle buone abitudini di vita per preservarlo e proteggerlo visto che è sensibile agli stimoli esterni.
Se conduciamo uno stile di vita errato sicuramente saremo più esposti alla malattia dell’Alzheimer. A metà della nostra vita vanno preservati i sistemi cardio-cerebro-vascolari. Prestare estrema attenzione all’obesità, la depressione, l’abuso di alcol. Anche la sordità può essere un rischio. Con l’aumentare dell’età si presentano la solitudine, l’isolamento, la mancanza di attività fisica nemici della nostra salute mentale. Attenzione al fumo e al diabete.
Fondamentale allenare il cervello a contrastare e rallentare alcune malattie neuro degenerative. Non sono sole le persone anziane a esserne colpiti, ma la demenza cognitiva in alcuni casi colpisce anche la fasce più giovani. Con l’acronimo YOD si indica la Young Onset Dementia.
La malattia cresce con l’aumentare degli anni. Nella fascia di età tra i 30 e i 34 anni su 100.000 persone 6 ne sono affette. Nella fascia tra i 34 e i 64 su 100.000 persone si sale notevolmente a 119 soggetti affetti. Nella fascia tra i 60 e i 64 si toccano gli 853 casi su 100.000 persone.
La differenza tra la patologia in età anziana e quella più giovane risiede nei sintomi. Spesso nei giovani ci sono disturbi psichiatrici che confondono la vera diagnosi di Alzheimer.
La malattia di Niemann Pick di tipo C colpisce prevalentemente la fascia infantile e presenta anche delle forme di YOD ossia di una demenza infantile tipica dell’ Alzheimer che continua a essere una malattia di demenza più rilevante di cui non è facile individuare le cure.
La malattia può essere presente nell’organismo già oltre 20 anni prima della manifestazione dei primi sintomi. Sono i cosiddetti portatori della patologia ossia i pre sintomatici carrier legati a mutazioni genetiche.
Ecco perché quando si presentano i sintomi può essere già troppo tardi perché il cervello oramai non riesce più a svolgere il suo lavoro come dovrebbe. Inoltre esiste sia l’Alzheimer genetico che sporadico.
Non si tratta di un solo tipo di malattia ma di diversi tipi a causa delle proteine aggregate e le localizzazioni. I recenti studi hanno condotto alla scoperta di farmaci biologici e anticorpi che si legano alle sostanze che si accumulano nel cervello con l’intento di eliminarle. I risultati ancora non soddisfano e c’è ancora della ricerca da fare.
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— Alzheimer Riese (@AlzheimerRiese) March 11, 2022