Con lo scoppio della guerra in Ucraina, si è parlato spesso di no-fly zone. Cosa significa esattamente? Scopriamolo insieme.
Durante questi giorni di particolare tensione, abbiamo sentito spesso parlare della cosiddetta no-fly zone, ma a cosa è riferito questo termine? Come abbiamo potuto apprendere dai telegiornali, Vladimir Putin non solo ha attaccato l’Ucraina via terra, ma anche attraverso le proprie risorse aeree. A fronte di questo, il Presidente ucraino Zelensly, ha chiesto alla NATO di applicare la no-fly zone per i veicoli militari russi. Sostanzialmente, questo avrebbe sancito ufficialmente il divieto per la Russia di entrare nei confini ucraini con i propri aerei militari.
Cosa prevede il divieto? L’immediato annientamento di tutti i veicoli non autorizzati. Nonostante la richiesta sollecitata di Zelesky, la NATO si è vista costretta a rifiutare, in quanto tale applicazione avrebbe portato inevitabilmente ad un coinvolgimento attivo delle truppe europee ed americane, allargando pericolosamente il conflitto a livello mondiale. Ma vediamo nello specifico cosa significa esattamente il termine no-fly zone.
Il termine no-fly zone ha origini inglesi e – come si evince dal termine – indicherebbe una zona specifica entro la quale non è possibile volare (no-fly). Sostanzialmente, è un vero e proprio ordine che viene applicato su tutti i veicoli non autorizzati, i quali – qualora decidessero di superare i confini – si assumono automaticamente la responsabilità e le annesse conseguenze del crimine. Le truppe alleate ottengono così l’autorizzazione di annientare immediatamente gli aerei nemici, senza incorrere a nessuna sanzione punitiva.
Perché la NATO ha rifiutato la richiesta del Presidente Zelesky? Il motivo risiede proprio nella questione dell’annientamento militare: se una truppa europea o americana dovesse assumersi la responsabilità di neutralizzare un aereo russo, questo porterebbe inevitabilmente ad un ufficiale dichiarazione di guerra da parte delle truppe della NATO. Ecco perché, purtroppo per l’Ucraina, la Commissione ha dovuto dire ‘no’ al Presidente Zelensky.
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