Settanta le multe accumulate da un rider durante l’orario di lavoro. La poverina stava portando il cibo ai clienti ma la telecamera non conosce pietà.
La telecamera all’incrocio tra Viale dell’Università e Viale Gallipoli a Lecce non conosce pietà e non fa distinzioni. E così la 23enne Shabi Callanchan si è presa la bellezza di 70 multe. La giovane è originaria delle Mauritius ma ha sempre vissuto nella cittadina pugliese dove lavora come rider. Il bar del padre, infatti, ha abbassato definitivamente la saracinesca non resistendo ai lockdown legati alla pandemia di Covid. La madre è disoccupata e così Shabi si arrangia con quel lavoretto per portare qualche soldo a casa. I riders si sa non guadagnano molto: vengono pagati in base a quante consegne fanno. Per questa ragione devono essere veloci in modo da fare più consegne possibili e guadagnare almeno una cifra che consenta loro di vivere. Purtroppo non sono mancati i morti durante il lavoro: qualche tempo fa a Bologna un rider di 51 anni ha perso la vita travolto da un’automobile.
Ma il divieto di svolta tra Viale dell’Università e Viale Gallipoli a Lecce non perdona: da quando è monitorato da una telecamera, sono infatti fioccate migliaia di contravvenzioni e Shabi è una delle tante vittime. La ragazza, che consegna a domicilio sushi per un noto ristorante, ha portato a casa oltre 70 verbali. Sulla vicenda è intervenuto il presidente dello Sportello dei Diritti, Giovanni D’Agata il quale ha dichiarato l’intenzione di fare ricorso: “È chiaro che questo è un caso limite, per il quale si farà comunque ricorso, ma sono migliaia gli automobilisti che si sono visti recapitare questo tipo di verbali. È evidente, quindi, che ulteriori correttivi sono necessari ben prima della più volte sollecitata messa in cantiere della rotatoria, perché è comunque assurdo che una semplice svolta in un tratto, peraltro, non così eccessivamente pericoloso per la sicurezza stradale, si sia trasformato in una macchina mangia soldi per i cittadini”– le parole dell’uomo. Shabi, in base a tutte le multe collezionate, dovrebbe pagare una somma di oltre 10mila euro: una cifra che forse un rider non riesce a guadagnare in un intero anno di lavoro. La 23enne, tra l’altro, non avrebbe violato volontariamente il divieto di svolta: semplicemente si è affidata alle indicazioni del gps per fare le consegne più in fretta ma, evidentemente, il gps non era aggiornato.