Il Covid non per tutti è una banale influenza. In molti pazienti ha lasciato un ricordino molto fastidioso che può durare anni.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 17.981 unità. Da ieri 207 morti. I ricoveri calano di 17 unità mentre in terapia intensiva -19 assistiti da ieri.
Per molte persone il Covid è stato letale: per lo più – come da dichiarazioni dell’Istituto Superiore della Sanità – persone molto anziane e con diverse patologie a carico. Per molti altri soggetti, invece, è stato una semplice influenza. Tuttavia il Covid può lasciare il segno per molto tempo dopo la negativizzazione. Si chiama sindrome del Long Covid. In particolare c’è un disturbo che può durare a lungo e che ha colpito gran parte di coloro che hanno contratto l’infezione virale. Secondo i risultati di uno studio prospettico – il primo al mondo – condotto su 152 pazienti e coordinato dalla professoressa Arianna Di Stadio – associato di Otorinolaringoiatria all’Università di Catania – il 25 % dei soggetti esaminati, a distanza di oltre un anno, presentavano ancora alterazioni dell’olfatto.
Nel dettaglio i risultati della ricerca hanno mostrato che ben il 32,8% dei pazienti presentava anosmia, cioè perdita totale dell’olfatto; il 16,4%, iposmia cioè parziale riduzione del senso dell’odorato; il 6,6% parosmia cioè allucinazione olfattiva percependo odori sgradevoli inesistenti. Disturbi tutt’altro che banali: non percepire più gli odori non solo rende molto difficile alimentarsi ma può mettere a rischio le persone nelle situazioni di pericolo come eventuali perdite di gas. Uno dei sintomi di esordio di gran parte dei pazienti che avevano contratto il virus – secondo tale studio – era la cefalea unita ad una certa nebbia mentale riscontrata nel 56,7% delle persone analizzate. Secondo i ricercatori i due fattori – nebbia mentale e alterazione dell’olfatto – sono da ritenersi collegati, uno la conseguenza dell’altro: “La confusione mentale, spesso descritta come ‘brain fog’, potrebbe influenzare l’olfatto alterando il ricordo degli odori o attraverso un meccanismo condiviso di neuro-infiammazione” – hanno spiegato gli autori dello studio. Dalla ricerca sono stati esclusi tutti quegli individui che soffrivano di alterazioni dell’olfatto, cefalea o disturbi della memoria antecedenti all’infezione da Covid. Non è stato chiarito se questo disturbo colpisca indistintamente vaccinati e non.
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