Primo via libera allo Ius Soli: oltre 11mila tra bambini e ragazzi figli di stranieri otterranno la cittadinanza.
Sono anni che se ne parla tra proposte in Parlamento e manifestazioni di piazza. E ora, dopo tanta attesa, arriva il primo sì allo Ius Soli. Per alcuni è ed è sempre stata una questione di civiltà, di giustizia, di riconoscere le persone per quello che sono, o meglio: per quello che sentono di essere. E così circa 11mila ragazzi figli di stranieri che attualmente non sono cittadini italiani diventeranno cittadini bolognesi. Già perché il via libera è stato deciso non già dal Governo – impegnato da due anni sul fronte Covid – ma unicamente dal comune del capoluogo emiliano. Si tratterà, pertanto, di un riconoscimento puramente simbolico ma con il quale la Sinistra bolognese spera di lanciare un messaggio chiaro: il Centrosinistra deve tornare a parlare di diritti di cittadinanza, come ha spiegato il deputato Palazzotto.
Nel capoluogo dell’Emilia Romagna si è votato un ordine del giorno che è stato approvato nonostante l’ostruzionismo di Fratelli d’Italia, il voto contrario della Lega e l’astensione di Forza Italia. Per il sindaco Dem di Bologna, Matteo Lepore, la speranza è che sia solo l’inizio di un percorso che dovrà vedere approvato davvero questo diritto a livello parlamentare. “Questa è sempre stata una città che, sul fronte della cittadinanza, si è sempre sentita di fare un passo avanti più degli altri. Vogliamo rendere fattiva la giustizia sociale e il rispetto del principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini” – le parole di Lepore. Nella sostanza ben poco cambierà visto che, ad oggi, il Parlamento italiano non ha approvato alcuna legge. Tuttavia i ragazzi figli di stranieri nati nel comune di Bologna riceveranno la cittadinanza onoraria purché abbiano completato almeno un ciclo di studi nella città. Non solo: il sindaco ha voluto istituire una festa per chi diventerà cittadino bolognese che ricorrerà ogni anno il 20 novembre, giornata nella quale vengono celebrati i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Lepore ha aggiunto: “Si tratta di un atto simbolico, ma insieme a questo vogliamo portare avanti anche alcune iniziative culturali per spiegare cosa significhi essere cittadini bolognesi”.
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