In Italia si sta verificando un paradosso: nonostante siamo medaglia di bronzo per numero di vaccinati in Europa, abbiamo l’argento per i decessi.
Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 46.169 unità. Da ieri 249 morti. I ricoverati sono 402 in meno e in terapia intensiva -47 assistiti da ieri.
Hanno preso avvio le quarte somministrazioni vaccinali per i soggetti fragili, immunodepressi. Qualcuno, mettendo le mani avanti, sostiene che il prossimo autunno probabilmente tutti dovremo vaccinarci per la quarta volta. Da quattro settimane in Italia tre sono i numeri che continuano a scendere: casi positivi, ricoverati nei reparti Covid ordinari e degenti in terapia intensiva. Un numero, di contro, resta sorprendentemente alto: quello dei morti. Nonostante ormai circa il 90 % della popolazione vaccinabile abbia ricevuto due dosi e ad oltre l’85% sia stata iniettata anche la terza. Eppure in Italia il numero dei decessi resta alto. Nella seconda metà di gennaio il nostro Paese si classificava terzo in Europa – e undicesimo in tutto il mondo – per numero di vaccinati: un bel traguardo secondo il generale Paolo Francesco Figliuolo, responsabile della gestione dell’Emergenza. Qualche giorno fa un classifica meno positiva: stando ai dati dell’ Organizzazione mondiale della Sanità l’Italia è seconda in Europa per numero di morti. Un paradosso: uno dei Paesi con più vaccinati è, al tempo stesso, uno dei Paesi in cui si registrano più decessi per Covid. Davanti a noi, in Europa, solo la Russia.
Il dato risulta difficile da spiegare. Una ragione potrebbe essere legata certamente al fatto che l’età media in Italia è tra le più alte in Europa. Un altro motivo potrebbe essere quello spiegato qualche giorno fa dal professor Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive presso il Policlinico San Martino di Genova. Secondo l’infettivologo, in pratica, in Italia si sbaglia il conteggio: all’interno dei morti per Covid vengono inserite anche persone che, pur risultando positive al tampone, muoiono a causa di altre patologie. Se così fosse questo conteggio errato, tuttavia, andrebbe avanti da oltre due anni e avrebbe inciso in modo fuorviante sulle decisioni prese dai Governi che si sono succeduti in merito a lockdown e zone rosse. C’è da osservare che questo non è l’unico paradosso che si verifica nel nostro Paese: lo scorso ottobre l’Istituto Superiore della Sanità evidenziava come, tra le persone con più di 80 anni, la maggior parte dei ricoverati e dei morti fossero soggetti vaccinati con due dosi. Di recente, sempre l’ISS, ha messo in luce che nella fascia 12-39 anni la maggior parte dei ricoverati con Covid sono ragazzi vaccinati con tre dosi.
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